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FIRENZE – “L’aggiunta della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi all’articolo 9 della Costituzione è da considerarsi positiva, anche se si dovrà fare attenzione alla interpretazione del nuovo testo: la nostra biodiversità è soprattutto bioculturale”.

E’ quanto dichiara Mauro Agnoletti, professore associato dell’Università di Firenze e coordinatore del gruppo di lavoro sul paesaggio presso il Ministero dell’Agricoltura e esperto scientifico del Consiglio d’Europa, FAO, UNESCO, all’indomani della storica modifica della Costituzione, che introduce temi esplicitamente green nel testo.

“Storicamente – spiega Agnoletti – il contenuto si collega alle iniziative delle Nazioni Unite in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile risalenti alla dichiarazione di Stoccolma del 1972 e al rapporto Brundtland del 1987. Gli aspetti positivi sono evidenti considerata la necessità di preservare la base ambientale ed ecosistemica che consente la vita sulla terra”. “I rischi sono invece legati alla interpretazione che molti organismi che si occupano di ambiente hanno dato a quelle iniziative, interpretandole come la necessità di ritornare all’ecosistema naturale esistente prima che la civiltà umana si sviluppasse”, sottolinea Agnoletti.

“La conservazione del paesaggio prevista dall’articolo 9, già presente prima del testo aggiunto, impone di tenere presente il carattere essenzialmente culturale del paesaggio italiano. L’ambiente si difende anche mantenendo i nostri sistemi agro-silvo-pastorali, mentre la nostra biodiversità, è soprattutto ‘bioculturale’, concetto definito dalla dichiarazione di Firenze di UNESCO e Convenzione per la Diversità Biologica delle Nazioni Unite nel 2014”, conclude l’esperto.

 

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