«Il coraggio delle ragazze contro il razzismo e contro la violenza maschile sulle donne. Dora B, 15 anni, italiana, figlia di genitori del Ghana vuole iscriversi al concorso Canta Verona ma viene respinta perché ‘italiani si nasce’. Anita Fallani, 18 anni, Scandicci (Firenze), si chiede perché deve essere seguita e molestata da un uomo e perché non ha ‘la stessa libertà di un coetaneo maschio’, di tornare a casa all’ora che vuole. Ma entrambe hanno coraggio, protestano, denunciano, costringono a schierarsi, a pensare, a fare». Così il presidente della Toscana Enrico Rossi, esprime la sua ammirazione per due ragazze balzate loro malgrado agli onori della cronaca. In particolar modo hanno fatto discutere in tutta Italia le parole espresse tramite post dalla figlia del sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, Anita, che su Facebook ha raccontato la situazione che l’ha vista coinvolta pochi giorni fa.

Il racconto di Anita «Mi chiedo quante volte ancora dovremmo sentirci ‘fortunate’ per non essere state violentate» ha scritto Anita Fallani che ha 18 anni, e racconta di come abbia appena trascorso un sabato sera fuori con un’amica, ma al rientro a casa, prima di salire sulla tramvia che collega il centro di Firenze con Scandicci, viene avvicinata da un uomo che non conosce. «Sono le 1.35 del 13 agosto, una serata con un’amica, un gin tonic, quattro chiacchiere – scrive -. Mi avvio a casa, stanca, con i piedi doloranti e la voglia di dormire. Arrivo alla fermata della tramvia. Mi vedi e inizi a importunarmi: ‘Buonasera signorina, come stai? Come ti chiami? Perché non rispondi?’». Anita sceglie di ignorarlo: «Salgo sul tram, infilo le cuffie, non accendo la musica perché ho il telefono scarico, è solo un diversivo che mi aiuta a pensare che magari la smette prima. Niente, continua imperterrito. Finalmente la fermata, scendo io e scende lui. Mi viene da piangere, mi sento sola e non so che fare. Con il 10% di carica che rimane fingo di chiamare un ipotetico fidanzato. Neanche questo basta, ‘Dove vai? Esci con me?». Lui la segue: «Scelgo la strada più lunga che passa da un parco giochi, riesco a dileguarmi. Accelero il passo, raggiungo il portone, infilo le chiavi nella toppa. Sono a casa, e sono salva. Adesso piango davvero. Mi infilo nel letto, ho il volto rigato e le vertigini di un pericolo scampato. Dura poco la mia fragilità, diventa subito profonda rabbia e vi penso tutte, madri, sorelle, amiche, vi sento vicine nel destino come non mai. Mi chiedo perché non ho la stessa libertà di un mio coetaneo maschio di tornare a casa all’ora che mi pare senza avere il timore di non arrivarci».

L’indignazione di Nardella «Brava Dora. Brava Anita. Così, senza piegare la testa, rivendicando i diritti e la libertà si può cambiare il mondo» ha concluso nella sua riflessione il presidente della Toscana, Enrico Rossi. «C’è un filo rosso che lega le offese sui social network contro il presidente della Camera Laura Boldrini, la vicenda di Anita Fallani, con quella della signora uccisa e fatta a pezzi a Roma, o con il caso della ragazza di Verona. E’ il filo rosso del sessismo: in Italia dobbiamo fare ancora grandi passi in avanti» ha commentato il sindaco di Firenze Dario Nardella. Quella della violenza contro le donne, «è una malattia della nostra società e va combattuta con tutti gli strumenti, e con maggiore educazione e cultura – ha aggiunto il sindaco di Firenze -. Non mi stupisce che la violenza verbale contro il presidente della Camera Boldrini avvenga perché è una donna. Non ho mai visto una tale barbaria sui social network contro un uomo». Contro la violenza sulle donne, ha proseguito Nardella «non alzo la bandiera bianca e come amministrazione comunale continueremo con le iniziative che abbiamo in campo, come i corsi gratuiti di autodifesa per le donne, realizzati in collaborazione con alcune società sportive, o la App che abbiamo messo a disposizione per poter chiamare rapidamente le forze dell’ordine. Ho anche chiesto al vicesindaco Giachi di intensificare le iniziative nelle scuole. Questo naturalmente non basta e non bastano gli interventi che può fare un’amministrazione comunale da sola. Abbiamo bisogno di un maggiore supporto amministrativo, dal punto di vista di pene più severe, e dalle forze dell’ordine ma anche da parte degli stessi cittadini».

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