FIRENZE – Una riscrittura della storia, grazie alle tecnologie attuali. Il caso riguarda la rivalutazione di un osso del piede risalente al Pleistocene medio scoperto nel sito di Sedia del Diavolo, a Roma, e datato a 295.000 anni, fatta dai ricercatore delle Università di Pisa e Firenze.

Lo studio, dal titolo ‘The Middle Pleistocene human metatarsal from Sedia del Diavolo’, è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports. “La morfologia del secondo metatarsale di Sedia del Diavolo – ha spiegato Antonio Profico, ricercatore del dipartimento di biologia dell’Università di Pisa e autore corrispondente dello studio – differisce da quella dei Neanderthal e suggerisce la presenza di un secondo gruppo umano, molto probabilmente Homo heidelbergensis, l’antenato comune di Homo sapiens e Homo neanderthalensis”.

Secondo Damiano Marchi, docente dell’ateneo pisano e tra gli autori della ricerca “la struttura di questo osso del piede ci informa sul fatto che la popolazione a cui apparteneva fosse costituita da individui molto attivi sul territorio, che camminavano per lunghe distanze nella loro vita quotidiana“.

Informazioni rese possibili da strumentazioni avanzate. “Questo studio dimostra come molto spesso le nuove scoperte vengono da una reinterpretazione di vecchi dati. Nel nostro caso, un fossile scoperto negli anni ’50 è stato studiato attraverso tecniche avanzate di antropologia virtuale che hanno permesso di indagare caratteristiche che prima non sarebbe stato possibile studiare – ha sottolineato Alessandro Riga dell’Università di Firenze -. Da un piccolo osso del piede è stato possibile ricavare una grande quantità di informazioni sull’evoluzione e lo stile di vita dei nostri antenati”.

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