IMG_4168Spiritualità, fede, religione, divino, mito, ma anche dissacrazione, ironia, incredulità, scetticismo, sono gli elementi racchiusi nella collettiva di arte contemporanea, dal titolo “L’arte e la croce”, che si è aperta ad inizio gennaio a Palazzo Ducale di Massa, nel contrasto di una sala ottocentesca, tra affreschi e divanetti d’epoca.  Paladino, Ceroli, Chia, Montesano, Cagnoni, Nitsch, De Maria sono soltanto alcuni dei grandi nomi, 22 in tutto, che raccontano, attraverso installazioni, sculture, quadri e fotografie, il simbolismo religioso che da sempre è parte integrante dell’uomo.

Dal femminicidio al dialogo tra culture Una donna è stata crocifissa, nell’opera “Femminicidio” di Lorenzo D’Andrea, che per la prima volta non vede un Cristo su quella croce: ci vede una donna  a cui non mancano i segni di una violenza subita, una sola scarpa rossa, le calze strappate, trafitta da tre pugnali, conficcati nei simboli della sua femminilità, il seno, il ventre materno e il sesso. E’ un inno all’incontro tra culture “Preghiera al petrolio”  di Dania Zanotto, una lunga scia di sabbia nera, come polvere da sparo, dove sono adagiate calzature islamiche, che porta ad una croce di pelli di capra: un cammino, però, compiuto sulla strada della guerra. Poi ci sono gli scatti di Romano Cagnoni: la suora davanti ad una vecchia sede del Pc, col suo velo nero che si staglia su un rossissimo manifesto con falce e martello, e la morte di un bambino denutrito tra le braccia di una sorella che porta al collo una vistosa croce.  Ambiguità, autocritica e ironia  nell’opera di Biscardi, capace di far scendere centinaia di palloni dalle volte di una cattedrale, “Il Dio pallone”, oppure in quella di Pino Diodato, un piccolo San Tommaso appeso fisicamente ad una parete, dentro cui non riesce ad infilare il suo dito. Sembra una moderna radiografia, invece, l’opera  “Ascesa” di Manfredini ma è un Cristo pallido che sale al cielo nel buio; ci sono “Le croci di Aleppo” di De Filippi, col sangue di filo rosso delle vittime della guerra, una moderna Pietas dietro cui esplodono a festa colorati fuochi d’artificio e un Mandala, elemento sacro, fatto di carte da gioco, l’effimero per eccellenza.

IMG_4165Il curatore: «Tutti i pezzi esposti scalfiscono il comune pensare» La collettiva “L’arte e la croce” è curata da Mauro Daniele Lucchesi: «Qualche pezzo – rivela – è di forte impatto e può sconvolgere; tutti puntano alla riflessione personale su un tema delicato, senza cercare di dare alcuna soluzione, anzi, lasciando dubbi e scalfendo il comune pensare».  Tra gli artisti in mostra ci sono nomi celebri e ormai consacrati dell’arte italiana e internazionale come Sandro Chia, Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Gian Marco Montesano, Romano Cagnoni, Mario Ceroli, Hermann Nitsch, e poi ci sono alcuni giovani artisti di indiscussa fama e valore come Nicola Bolla, Arnold Mario Dall’O, Giovanni Manfredini, Piero Mosti, Lorenzo D’Andrea, Federico Guida, Nicola De Maria, Agostino Arrivabene, Michelangelo Galliani, Dany Vescovi, Marco Cingolani, Franco Marrocco, Pino Deodato, Marco Biscardi, Dania Zanotto e Leonida De Filippi. La mostra rimarrà aperta fino al 19 febbraio 2017 ad ingresso libero a Palazzo Ducale di Massa, dal giovedì alla domenica dalle ore 16.30 alle 19.30. Informazioni: tel. 3288375423, e-mail: mdlucc57@gmail.com

Foto di Manuela D’Angelo

 

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