Sono sempre più attive sul mercato del lavoro, ma spesso ancora i loro obiettivi professionali devono cedere il passo alle esigenze familiari. Hanno livelli di istruzione più elevati, ma molto raramente riescono a trovare spazi nelle posizioni dirigenziali. Il rapporto Irpet 2019 sulla condizione economica e lavorativa delle donne in Toscana ci dice che il cammino di emancipazione femminile prosegue, che nella nostra regione il passo è più spedito rispetto alla media nazionale, ma anche che le differenze restano.

A scuola e all’università «Le donne sono la parte più ampia degli studenti universitari, li sopravanzano di 12 punti percentuale – afferma la vice presidente della Toscana, Monica Barni – ma la stragrande maggioranza dei ricercatori o di chi è nei posti di vertice, anche nella pubblica amministrazione, è ancora costituita da uomini. E questo è un problema: culturale (ed infatti abbiamo lavorato sull’educazione per abbattere stereotipi di genere duri a morire), ma anche sociale. La cura della famiglia – conclude – è ancora quasi tutta sulle spalle delle donne, che si devono dividere tra lavoro e casa. E con servizi poco presenti (anche se la Toscana costituisce un’eccezione favorevole), tutto questo diventa più difficile per una donna». «C’è innegabilmente un problema legato all’occupazione femminile: e questo nonostante le bambine siano spesso le allieve più attente e brave a scuola» sottolinea l’assessora all’istruzione e al lavoro della Toscana, Cristina Grieco. «Le donne – ricorda l’assessora – trovano lavoro con maggiore difficoltà e in molti casi sono pagate meno dei colleghi maschi. Inoltre, dopo aver fatto un figlio, spesso si allontanano dal mondo del lavoro per non più farvi rientro. Per questo la Regione Toscana si impegna, ormai da tempo, per fare in modo che, anche a livello occupazionale, si affermi la parità di genere, che si deve sostanziare, in una parola, in parità di opportunità». Grieco annuncia poi che è allo studio l’elaborazione di un piano regionale teso proprio a favorire l’effettiva pari opportunità a livello di ingresso e permanenza nel mondo del lavoro con i medesimi livelli retributivi tra uomini e donne. «Occorre avere un’attenzione particolare per l’universo femminile anche nel settore del lavoro e della professionalizzazione. A questo scopo riserveremo, nella prossima programmazione dei fondi strutturali europei, una serie di azioni mirate alla parità di genere e al contrasto alle discriminazioni».

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