Due detenuti sono evasi nelle prime ore del mattino dal carcere di Pisa del Don Bosco. Ieri una rissa tra i 22 detenuti del carcere minorile di Firenze ha portato ad una serie di incendi divampati nelle celle. Sono solo gli ultimi episodi, in ordine temporale, di una ricca serie di disavventure che riguardano il sistema carcerario toscano. A dare la notizia dell’evasione di Pisa è stato Giuseppe Nazzaro, vice segretario nazionale del sindacato di Polizia Penitenziaria Ciisa-Fsa, il quale non ha mancato di far partire una denuncia aperta per lo stato di abbandono in cui versa il sistema penitenziario. «Siamo stufi che il Governo pensi a svuotare le carceri e nel contempo non fa nulla per adeguare il personale – ha tuonato Nazzaro -. Complice dell'episodio odierno è lo Stato che ignora l'istituzione nel suo complesso. È necessario adeguare il personale al reale fabbisogno delle carceri».

L’evasione di Pisa Dalle prime frammentarie notizie, si ricava che alcuni detenuti, ristretti al reparto clinico, sarebbero evasi attraverso un buco ricavato nel muro: un’autentica ‘fuga da Alcatraz’. Dalle prime ricostruzioni, sembra che l'allarme antiscavalcamento non sia entrato in azione. «Speriamo che il Provveditore della Toscana Maria Pia Giuffrida ci dia spiegazioni in merito all'impianto antiscavalcamento – ha commentato il vice segretario nazionale della polizia peninteziaria -. Si tratta però di "evasione annunciata": nel carcere di Pisa ci sono più di 400 detenuti contro una capienza di circa 250 posti, e gli agenti penitenziari sono carenti di circa 70 unità (pari al 25% dell'organico regolamentare). Era solo questione di tempo».

L'incendio di Firenze A fare da prologo all’evasione pisana un incendio divampato ieri nel carcere minorile di Firenze in seguito ad una rissa tra 22 giovani detenuti. Lo scontro, iniziato nel pomeriggio, vedeva fronteggiarsi 15 carcerati di varie nazionalità e i 7 di origni marocchine, coloro che poi, nel corso della notte, hanno dato fuoco alle celle occupate. Questa la ricostruzione in una nota del sindacato di polizia penitenziaria Osapp. L'altro sindacato di polizia penitenziaria, il Sappe, aggiunge che sono stati «sei i poliziotti penitenziari in servizio all'istituto minorile a ricorrere alle cure per intossicazioni da fumo». Anche in questo caso si tratta di problemi “annunciati” e strettamente legati alla carenza di personale nelle strutture penitenziarie «Da tempo – sostiene l'Osapp – le vicende dell'Ipm di Firenze e la scarsa consistenza organica del personale di polizia penitenziaria (mancano 8 unità) sono oggetto di segnalazioni ad oggi del tutto vane». La Toscana – aggiunge il Sappe – è una delle regioni fuori legge dal punto di vista penitenziario. A fronte di una capienza di 3.186 posti letto, le carceri regionali ospitano circa 4.300 detenuti: circa il 50% stranieri. L’allarme più grave riguarda però il personale di polizia penitenziaria in Toscana: «Mancano 800 unità», conclude la nota del Sappe.

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