Un giornalista su dieci negli ultimi sei anni in Italia è stato vittima di minacce e intimidazioni a causa del suo lavoro. Le minacce fisiche, le violenze e il crescente abuso del diritto di presentare querele per diffamazione, di chiedere risarcimenti ai giornalisti e la possibilità di punire la diffamazione con il carcere hanno creato un clima che limita la libertà di informazione. E' quanto emerge dal III Rapporto annuale di ''Ossigeno per l'Informazione'' consegnato oggi al presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini.
 
Informazione “parzialmente libera” Il Rapporto espone in modo descrittivo ed analitico una situazione che, ''per quanto riguarda la libertà di informazione, fa dell'Italia un caso unico all'intero dell'Unione Europea: la condizione di un paese in cui l'informazione e' solo 'parzialmente' libera, come autorevolmente certificato, fra l'altro, dal 2009, dall'istituto Freedom House.  L’immagine che emerge è quella «di un paese democratico avanzato in cui, al di la' dei principi affermati, la violenza, gli abusi facili, le leggi arretrate permettono di realizzare una censura subdola e camuffata».

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