Si celebra il 31 maggio in tutto il mondo la giornata contro il fumo di tabacco. Il fumo, attivo e passivo, rappresenta uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale ed è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. I dati raccolti dal Centro nazionale Dipendenza e doping dell’Istituto superiore di sanità evidenziano che, nel 2017, in Italia, i fumatori sono 11,7 milioni, vale a dire il 22,3% della popolazione. Tra questi è aumentato il numero delle donne, che da 4,6 milioni del 2016 sono salite a 5,7 milioni; si tratta della differenza minima mai riscontrata tra percentuale di uomini (23,9%) e donne (20,8%). Il 12,2% dei fumatori, inoltre, ha iniziato a fumare prima dei 15 anni. Il fumo uccide una persona ogni sei secondi ed è a tutti gli effetti un’epidemia fra le peggiori mai affrontate a livello globale. Il totale dei decessi entro il 2030 potrebbe raggiungere quota 8 milioni all’anno e si stima che nel XXI secolo il tabagismo avrà causato fino a un miliardo di morti.

Il fumo in Toscana  In Toscana, nel 2015, la quota più alta di fumatori è nella fascia di eta 35-49 anni (28,8%), nella quale viene superato il dato dei coetanei italiani (24,8%). In questa fascia la prevalenza di donne fumatrici toscane (26,5%) supera quella delle coetanee italiane (17,9%). Nel 2015 i fumatori sono aumentati del 2,4% rispetto al 2014 e sono saliti al 20,5% degli over 14 anni (contro il 19,9% in Italia). In particolare sono le donne a mostrare un comportamento ancora poco incline all’abbandono dell’abitudine al fumo (dati Ars, Agenzia Regionale di Sanità). In Toscana l’8,8% delle donne in gravidanza ha ancora l’abitudine di fumare. Ogni anno in Toscana quasi 5.500 decessi sono causati dal fumo di tabacco, dovuti a tumori, in particolare quello del polmone, e a malattie cardiovascolari e respiratorie.

Le azioni della Regione per la prevenzione Oltre a politiche di disassuefazione dal fumo, con il supporto delle aziende sanitarie di riferimento, già a partire dall’età scolare, si sta lavorando sugli stili di vita, con interventi nelle scuole. Per i fumatori che vogliono smettere, in ogni azienda sanitaria ci sono centri antifumo, trenta in tutta la Toscana. Basti pensare al progetto Unplugged, per citarne uno, un programma di prevenzione scolastica di comprovata efficacia nel ridurre il fumo di sigarette, mirando al potenziamento delle abilità individuali. Si utilizzano appropriate campagne di informazione, diffondendo la lotta al fumo nella comunità, nel mondo del lavoro e anche nella terza età, sempre attraverso il potenziamento dei fattori di protezione (life skills, empowerment). Auser Toscana, con l’accordo regionale sull’invecchiamento attivo ancora in essere, collabora con le aziende sanitarie per la distribuzione di materiale informativo per la prevenzione delle dipendenze e per scoraggiare l’uso del fumo, garantendo la propria partecipazione a supporto di iniziative dedicate, oltre a mantenere, in tutti i propri circoli, il divieto di vendita del fumo. Con il WHP (Workplace health promotion) è stato approvato il programma regionale di promozione della salute nei luoghi di lavoro, che incentiva le aziende e gli enti aderenti a offrire ai propri lavoratori opportunità per migliorare la propria salute, riducendo i fattori di rischio generali e in particolare quelli maggiormente implicati nella genesi delle malattie croniche, offrendo con azioni ben definite ed evidence based, opportunità per smettere di fumare e rinviando anche alla professionalità dei 30 centri antifumo delle aziende sanitarie, in cui operano medici, psicologi e personale specializzato.

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