“Aspro e dolce. Acquerelli di Tista Meschi” è il titolo della mostra allestita a Lucca visitabile fino al 15 febbraio. L’esposizione del pittore lucchese apre il calendario 2015 delle esposizioni nel Palazzo della Fondazione Banca del Monte di Lucca (piazza San Martino, 7 – ingresso libero).

Natura protagonista – “Tista Meschi, lucchese, insegnante e pittore, è uno dei protagonisti del mondo culturale ed artistico della città – spiega il presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca Alberto Del Carlo -. Radicato in una ricca tradizione familiare e locale, è andato oltre, fino ad affermarsi tra i migliori acquarellisti italiani contemporanei. Dipinge i paesaggi della sua terra con mano sapiente, che si manifesta nelle sciolte stesure del colore, nel rigore degli impianti, nelle calibrate armonie delle scene, nell’originalità dei tratti prospettici e delle atmosfere. La pittura di Meschi smuove il nostro sopito desiderio di tornare a godere della natura nelle sue infinite varianti stagionali, di ricercare ed apprezzare la ‘lentezza’ del vivere. È con questo bell’invito e con questo buon augurio che Meschi apre la stagione pittorica 2015 delle sale espositive della Fondazione Banca del Monte di Lucca”.

L’amore per Lucca su tela – “Irrimediabilmente toscano – scrive il curatore della mostra Marco Palamidessi – artista che senza lasciarsi allettare da ‘mode’ o distrazioni obbedisce unicamente al suo credo e alla sua ispirazione, Meschi ha una mano fiera che sa di esserlo, forte della sua sapienza tecnica, apprezzabile nella raffinatezza cromatica dei dipinti, nella loro impostazione spaziale, nella sempre variata temperatura atmosferica. È il paesaggio lucchese, con tutte le passioni che egli ha visto e sentito sbocciare in sé fin dai tempi della fanciullezza: la campagna delle ore e delle stagioni, degli odori e dei rumori, dei fischi e delle voci che risuonano da lontano; la campagna con le case a misura dell’uomo che le ha costruite per viverle, ed il muro che cinge l’orto ed i cannicci attorno ai pochi metri di terra sarchiata con amore e sudore. E ancora i profili delle colline dai fianchi scavati, e là in fondo una linea dritta, magari il poggio di una golena; più in là i monti che come un anello abbracciano la piana di Lucca in tutta la sua grandezza; e poi zone boschive o palustri, viste dall’alto così che si dispieghino fino ai più lontani orizzonti, nel suggestivo alternarsi di acquitrini e strade fangose, falaschi e canne al vento, sottili lingue di terra e lame d’acqua argentate, balenanti alle ultime luci del giorno”.

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