SIENA – «Questa biografia offre uno sguardo un po’ diverso, rispetto alle altre degli ultimi decenni, come quella, pur scritta benissimo, di Pietro Citati, le quali appaiono più spesso agiografie, che non rigorose biografie, documentalmente motivate».

Raffaele Ascheri, scrittore, saggista, presidente della Biblioteca Comunale degli Intronati, docente, blogger, spiega la sua ultima fatica letteraria ‘Giacomo Leopardi. Una biografia (Non autorizzata)’, Edizioni Cantagalli. Sarà al centro dell’evento in Accademia Musicale Chigiana, giovedì 16 maggio, ore 17, evento del programma ‘La Biblioteca Risonante’, a Palazzo Chigi Saracini, a cura di Cesare Mancini.

Con l’autore, il direttore artistico della Chigiana Nicola Sani, il regista Maurizio Bianchini; modera Antonella Leoncini giornalista.

Un caso letterario, almeno per le novità della trama. 464 pagine, dalle quali emergono tratti noti del poeta-scrittore e passaggi biografici poco conosciuti, censurati per trascurare aspetti poco edificanti. La sincerità in primis: Ascheri resta appassionato di Leopardi pur mostrando le zone d’ombra.
La trama?
«Ne emerge un Leopardi – risponde Raffaele Ascheri -, in alcuni passaggi, assai diverso da quello insegnato nei Licei: a livello relazionale, ingrato all’ennesima potenza, per esempio; a livello di rapporti con il potere, davvero meschino, nel farsi sfacciatamente raccomandare in ambito vaticano; in più, con idee misogine, razziste, omofobe. Per questo, insomma, si può parlare di una biografia ‘non autorizzata’. La quale, lo dico con orgoglio, è stata comunque recensita in svariate testate importanti a livello nazionale: Panorama, da Marcello Veneziani; ed ancora, Il Fatto quotidiano, Libero, Dagospia».
Le sue fonti?
«Libri sconosciuti di fine Ottocento, editi in occasione del primo centenario della nascita nel 1898, quando Leopardi inizia ad essere, giustamente, famoso come è oggi. Ma soprattutto, la fonte primaria è Leopardi: epistolario e Zibaldone in primo luogo. Una miniera, inesauribile, di informazioni e curiosità; non a caso, ciò che Leopardi non voleva venisse pubblicato. Lo ribadisco: alcuni sono aspetti davvero imbarazzanti, per la sua figura».
L’incontro a Palazzo Chigi Saracini: al centro ‘Giacomo Leopardi. Una biografia (Non autorizzata)’, ma anche, omaggio alla Chigiana, la ‘musica’ del poeta.
«Il recanatese non amava molto la pittura e la scultura, mentre aveva un rapporto che si potrebbe definire altalenante con l’arte musicale: gli piaceva l’opera di Rossini, che sapeva comunicargli sensazioni emotivamente gratificanti ed intense. Quasi di ebrezza, a quanto scrive in una lettera».
Il rapporto, grazie alla presentazione della sua opera, fra Leopardi e la Chigiana?
«Ergo, sono davvero molto contento di essere in un luogo così prestigioso come la Chigiana, a parlare di un poeta, filologo e filosofo così importante. Grazie quindi al direttore artistico Nicola Sani per l’invito, ed infine, una riflessione: chissà il Conte Guido cosa pensava di Leopardi… ».

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