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MONTEMURLO – A Montemurlo (Prato), davanti alla fabbrica Alba, alcuni operai impegnati in uno sciopero sono stati aggrediti durante il picchetto, martedì 16 settembre.

Secondo le denunce dei sindacati Sudd Cobas, la violenza sarebbe stata scatenata dalla titolare dell’azienda, supportata da altre persone arrivate appositamente per colpire i manifestanti. Tra gli operai aggrediti, 18 persone di origine bengalese, afghana e pakistana.

Sul luogo dell’incidente è intervenuta una pattuglia dei carabinieri, mentre un operaio è stato trasportato in ambulanza all’ospedale con varie escoriazioni.

I sindacalisti hanno raccontato: «La titolare della fabbrica ha distrutto i gazebi del presidio sindacale e prende a pugni e calci gli operai. Poi è arrivata una macchina con persone venute per picchiare gli operai dell’Alba Srl, impegnati a difendere i loro posti di lavoro e i loro diritti. Un lavoratore è rimasto a terra dopo essere stato colpito più volte. L’hanno dovuto portare via in ambulanza».

L’episodio riecheggia l’assalto a bastonate al presidio di Seano avvenuto un anno fa, sempre contro lavoratori dello stesso sindacato. Anche questa volta, a Montemurlo, in via delle Lame, si sono verificate scene di violenza contro chi esercita il diritto di sciopero.

Gli operai colpiti non lavorano per una confezione cinese, ma «cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda, quelli che in negozio arrivano a costare quanto un loro stipendio – spiegano i sindacalisti – Diritti negati, società che chiudono e riaprono con altri nomi, e violenza contro chi protesta: questa è la realtà nella giungla di appalti e subappalti del Made in Italy».

Il sindacato rivolge un appello: «I brand committenti non pensino di essere estranei. Quello che è accaduto all’Alba Srl li riguarda direttamente. Prato non può più essere la città dei diritti negati e della violenza contro chi sciopera. Facciamo appello a tutta la cittadinanza, alla società civile e alle istituzioni a reagire. Siamo pronti alla mobilitazione».