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«E’ una buona scelta quella di agire per ridurre progressivamente l’uso della ‘moneta di carta’, ma serve che il cambiamento sia graduale per dare ai cittadini la possibilità di abituarsi progressivamente ai pagamenti elettronici, senza imporre drastiche riduzioni». E’ quanto dichiarato dal presidente delle Acli della Toscana, Giacomo Martelli, che interviene così su alcune delle ipotesi avanzate dal Governo nell’ambito del dibattito sulla manovra.
«Il pagamento in contanti – prosegue Martelli – è un elemento di rischio per l’evasione fiscale ma va considerato che ci sono ancora tantissime persone, soprattutto anziane, che non sono abituate a Pos e carte di credito. È un problema che noi vediamo quotidianamente anche nei nostri sportelli: stiamo facendo un grande lavoro di avvicinamento al pagamento elettronico».

«Aumento Iva e commissioni bancarie graverebbero su anziani» «L’ipotesi circolata di aumentare Iva e commissioni bancarie per l’uso dei contanti, è senz’altro da rigettare – continua Martelli – perché graverebbe sugli anziani che hanno minore dimestichezza con i pagamenti elettronici e dovrebbero fare i conti con aumenti del costo del carrello al supermercato, delle bollette, se pagate in contanti tramite bollettino, e di qualsiasi altra voce di spesa. Decine o centinaia di euro in più ogni anno, che sarebbero costretti ad affrontare solo perché hanno poca dimestichezza con la moneta elettronica. Serve gradualità soprattutto per un paese dove il tasso di alfabetizzazione digitale per larghi strati della popolazione è tra i più bassi d’Europa».

«Tetto sui contanti?Non è panacea dei mali» Secondo Martelli va anche tenuto presente che imporre tetti all’uso dei contanti non è la panacea per tutti i mali ed è tutta da dimostrare l’efficacia nel contrasto all’evasione fiscale: «Soprattutto le grandi frodi fiscali, quelle che drenano grandi quantità di risorse dalle casse dello Stato, difficilmente vengono fatte attraverso l’uso di contanti: più spesso sono condotte mediante operazioni e strutture giuridiche complesse. La stessa Commissione Europea nel 2018 in una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sul tema delle restrizioni ai pagamenti in contanti ha spiegato di non aver intrapreso nessuna iniziativa legislativa perché l’efficacia di queste azioni è tutta da dimostrare. A livello europeo la situazione è variegata e mostra che non c’è una correlazione immediata tra cash e evasione: in Germania non c’è nessun limite e l’80% dei pagamenti al dettaglio è in contanti. In Svezia, al contrario, avviene attraverso pagamenti digitali l’80% delle transazioni. Entrambi questi Paesi hanno tassi di evasione bassissimi nemmeno paragonabili a quello italiano, a dimostrazione del fatto che non è attraverso la limitazione del contante che si colgono gli obiettivi dichiarati di lotta all’evasione».

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