«Taglio dei costi della politica, semplificazione, superamento di Senato e Province, lotta contro le rimborsopoli regionali». Matteo Renzi detta l’agenda, elenca le prossime sfide per il Partito Democratico, escludendo la possibilità di un nuovo incontro Silvio Berlusconi per sciogliere i nodi relativi alla riforma della legge elettorale: «Sono a Firenze a inaugurare la nuova pista ciclabile di via Malibran», dice in un suo post su Facebook. «La legge elettorale non è la cosa più importante. Ma è l'inizio di un percorso che può cambiare il Paese».

Marcello Sorgi al fianco di Matteo Renzi Le parole del segretario del Pd fanno quasi da eco ad un “assist” fornitogli dall’editorialista de La Stampa Marcello Sorgi, qualche giorno fa a Siena in occasione della presentazione del suo volume “Le sconfitte non contano” (leggi video): «Non so se Renzi riuscirà a vincere la sua battaglia per le riforme e per cambiare l’Italia. Per cambiare verso, come dice lui – aveva detto Sorgi -. Sicuramente la sua è una battaglia che merita di essere vinta e che resterà, anche se non lo sarà».

Legge elettorale: il calcio d’inizio E tutto passa dalla legge elettorale, il calcio d’inizio per tutte le sfide in agenda e sulla quale «il Pd ha fatto la sua parte – si può leggere sullo stesso post di Matteo Renzi -. Abbiamo dato la disponibilità a ridurre il premio di maggioranza per accogliere il rilievo di parlamentari e costituzionalisti. Ho chiesto ai nostri deputati di ritirare gli emendamenti per evitare ogni alibi sulle divisioni interne – aggiunge Renzi -. Adesso tocca al Parlamento. Personalmente non mi farò ingabbiare nelle stanche liturgie della politica tradizionale: le carte sono in tavola, nessuno può bluffare. Se qualcuno vuole far saltare tutto, lo faccia a viso aperto e lo spieghi al Paese». Alea iacta est, il dado è tratto. La legge elettorale è dunque solo la prima mossa nello scacchiere politico italiano del segretario democratico. «Se passa questa legge poi è più semplice tutto, dal piano per il lavoro all'attrazione degli investimenti stranieri – dice ancora il segretario dei democratici -. Tutto è migliorabile, ma l'accordo sulla legge elettorale dopo anni di immobilismo adesso c'è, corrisponde al dettato costituzionale, può far uscire l'Italia dalle sabbie mobili. Rispetto le motivazioni di chi in queste ore sta disperatamente cercando di bloccare tutto, qualcuno persino in buona fede. Ma fuori dalle stanze dei palazzi c'è un Paese che ha bisogno di gesti concreti di cambiamento. Ora, non tra qualche anno – conclude Renzi -. E una politica che non decide neanche sulle regole del gioco, non è più credibile su niente».

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