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PISTOIA – «La mia posizione è netta: se è vero che formalmente tutte le normative di riferimento sono state rispettate, nella realtà privare la montagna e la collina di un medico significa, di fatto, privare i residenti di un servizio essenziale».

A dirlo il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi riguardo all’assenza di un medico di base per 1.400 residenti sulle colline e sulla Montagna pistoiesi dopo le dimissioni dell’unico professionista che se ne occupava. Il primo cittadino aggiunge: «Dopo l’ennesimo contatto con l’Ausl, questa mattina sono stato informato che nei prossimi giorni verrà attivato il servizio per le ricette con la presenza di un medico due volte a settimana a Cireglio e Pracchia. L’Asl garantirà anche le attività dell’ambulatorio vaccinale».

Sabato scorso c’è stata un’assemblea organizzata dal Comune di Pistoia e ospitata nella sede della Croce Rossa di Cireglio dopo la quale lo stesso Tomasi ha di nuovo contattato l’Ausl riportando le richieste dei residenti e dell’amministrazione comunale stessa. Quella di un punto ricette «è evidentemente una soluzione tampone», provvisoria, prosegue il sindaco «che però in questo momento è importante per garantire una presenza negli ambulatori rimasti chiusi. Sicuramente non possiamo fermarci qui. Andiamo avanti seguendo la vicenda passo dopo passo con l’auspicio che un medico di famiglia accetti di aprire l’ambulatorio in quelle zone. Sono sempre più convinto della necessità, a livello nazionale, di avere una normativa speciale per le aree montane e periferiche che possa garantire formalmente i servizi considerati primari. Quello da fare sulla montagna deve essere un ragionamento complessivo, sostenuto da tutti gli enti di riferimento».

 

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