SIENA – Proseguono i riverberi del successo dell’operazione di Mps nei confronti di Mediobanca.
Il direttore generale di piazzetta Cuccia Francesco Saverio Vinci ha dichiarato in un messaggio ai dipendenti: “Da ieri abbiamo un azionista al 62% e di questo dobbiamo prendere atto, non è un’opinione. Sappiamo che ci sarà una riapertura e per la nostra esperienza le riaperture in questi casi portano a un incremento della partecipazione che si avvicinerà probabilmente intorno all’80%”.
Vinci ha spiegato che ciò avverrà perché “molti fondi che sono legati agli indici saranno costretti a ridurre la quota in Mediobanca in quanto usciremo progressivamente dai singoli indici”.
Riguardo alla possibile partecipazione di MPS, il direttore ha aggiunto: “Se MPS arriverà ad avere circa l’80% all’esito, sarà difficile immaginare di tenere Mediobanca quotata con un flottante così piccolo e probabilmente anche la BCE spingerà nell’intendimento di avere una fusione perché avrebbe molto senso da questo punto di vista”.
Inoltre, ha sottolineato che “la fusione alla fine potrebbe essere il male minore, nel senso che immaginare invece un percorso in cui ci sono due entità così abbastanza diverse e collegate da un azionariato, ma non in qualche modo capaci di fare reali sinergie, non sarebbe stato il quadro migliore per la banca”.
Sul fronte giudiziario, il Tar del Lazio ha deciso di non sospendere cautelarmente la delibera con la quale la Consob ha autorizzato l’aumento di capitale di Monte dei Paschi finalizzato all’Ops su Mediobanca. La decisione è arrivata con un’ordinanza che ha respinto le richieste di Bluebell Partners Ltd., società di consulenza di Giuseppe Bivona. Questa contesta alla Consob di aver accordato a Siena l’esenzione dalla pubblicazione del prospetto sull’aumento, autorizzando solo il ‘documento di esenzione’, con un’informativa semplificata soprattutto sui rischi dell’operazione e dell’emittente.
Il Tar ha motivato il rigetto affermando che “nel doveroso bilanciamento dei contrapposti interessi coinvolti nella presente vicenda contenziosa, deve ritenersi prevalente quello generale del mercato allo svolgimento dell’operazione (anche in considerazione del rilevante numero di azionisti di Mediobanca che hanno già aderito all’OPS e che, in caso di sospensiva, verrebbero a trovarsi in una situazione di ‘stallo’, come messo in luce dalle difese di Consob e Banca Monte dei Paschi di Siena) rispetto a quello fatto valere da parte ricorrente, che paventa un pregiudizio prettamente economico (peraltro non supportato da congrua dimostrazione e comunque di portata piuttosto esigua, alla luce del ridotto numero di azioni da essa detenute nelle due banche coinvolte nell’operazione).”
I giudici hanno inoltre disposto di valutare ogni altra eccezione in sede di giudizio di merito. È stata fissata la camera di consiglio per l’11 novembre, che valuterà l’azione contro il silenzio della Consob relativo al ‘Documento di Esenzione’ nell’ambito dell’Ops di Banca Monte dei Paschi su Mediobanca e/o il “mancato esercizio dei poteri di vigilanza e controllo in relazione allo stesso”, con richiesta di condanna della Consob a intervenire con un provvedimento espresso.