«Senza strumenti efficaci non ci può essere controllo efficace». E’ quanto afferma il sindaco di Isola del Giglio Sergio Ortelli dopo l’episodio del mercantile Mersa II che lo scorso 1 giugno si è incagliato all’Isola d’Elba.
 
La vicenda
La nave mercantile battente bandiera panamense che era finita ieri mattina sugli scogli di Capo Sant'Andrea, nella parte nord dell'Isola d'Elba è stata disincagliata e trasportata nel porto di Livorno dove tecnici sono al lavoro per riparare uno squarcio di 4 metri. La Procura di Livorno ha aperto un’inchiesta per comprendere le cause dell’incidente. All'origine dell'urto con gli scogli potrebbe esserci un errore umano e i magistrati vogliono capire chi fosse al comando e per quale motivo abbia sbagliato rotta. La Mersa II era partita con un carico di tondini di ferro dal porto di Marina di Carrara, diretta in Algeria.
 
Sicurezza del mare prima di tutto «Questo episodio – spiega Ortelli –  riporta all’attualità il tema della sicurezza della navigazione nei nostri mari per cui, oltre alla limitazione delle rotte come il decreto cosiddetto “anti inchino” ha fatto, peraltro senza eliminare il problema, dobbiamo intervenire sulla limitazione degli errori umani. Cambiare le regole ma soprattutto i protocolli della navigazione in modo che il potere di una sola  persona, il comandante, venga ridimensionato non come comando ma come controlli e regole».
 
L’importanza di una strumentazione sofisticata Il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi al Giglio, proprio all’indomani del tragico incidente del 13 gennaio accaduto di fronte al porto dell’isola, aveva promosso un importante convegno sulla navigazione in cui molti relatori concordarono sulla necessità di dare vita e applicare quanto prima una serie di strumenti tra cui il MOMAR, presentato nel corso del dibattito. «Certi strumenti, sempre più necessari, devono trovare immediata e rapida applicazione con la doverosa e, tecnicamente compatibile, integrazione con gli altri già a disposizione, ad esempio, presso le Capitanerie di Porto – prosegue il primo cittadino dell’isola -. Noi delle isole viviamo un incubo costante che non è solo il caso della Costa Concordia ma qualcosa di peggio: che una nave petroliera possa naufragare come successo in Galizia e provocare danni incalcolabili all’ambiente e quindi alla nostra vita. Siamo bersagli in mezzo al mare che devono essere evitati come in uno slalom sciistico. Dobbiamo tutelare il nostro mare senza anteporre la solita ipocrisia ma con una discussione di livello europeo condividendo scelte che vadano nella direzione giusta. E non facciamo la solita semplicistica affermazione che l’unica soluzione può essere rappresentata dalle aree marine protette in quanto un naufragio catastrofico non risparmierebbe neanche queste come non risparmierebbe Giannutri o le altre isole oggi “proibite”. Apriamo un confronto serio – conclude il sindaco Ortelli -, senza lasciarci influenzare dall’onda emozionale degli incidenti e si coinvolgano gli enti territoriali in uno sforzo univoco in grado di salvaguardare il nostro mare e i nostri territori che insieme costituiscono la nostra vita».
 
 

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