SIENA – Doveva essere così: un caso cinematografico di grande successo, ‘Mine vaganti’, di Ferzan Ozpetek film che nel 2010 ha ottenuto numerosi David di Donatello, Nastri d’Argento, Globi d’Oro, è diventato una importante commedia teatrale. L’adattamento di questo capolavoro arriva il 25 novembre sul palcoscenico dei Rinnovati.

«Quando raccontai la storia di ‘Mine vaganti’ al produttore cinematografico Domenico Procacci, disse entusiasta che sarebbe potuta diventare un ottimo testo teatrale» racconta Ozpetek. E così è stato. «La prospettiva si è realizzata con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico – dice Ozpetek -. Ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone». La trama è quella della storia del giovane Tommaso, che torna nella grande casa di famiglia a Lecce con l’intenzione di comunicare al variegato clan dei parenti chi veramente è: un omosessuale con ambizioni letterarie e non un bravo studente di economia fuori sede come tutti credono. Ma la sua rivelazione è bruciata sul tempo da una rivelazione ancora più inattesa e scioccante del fratello Antonio. Tommaso è costretto a fermarsi a Lecce, rivedere i suoi piani e lottare per la verità, contro un mondo famigliare pieno di contraddizioni e segreti.

Nel cast, Francesco Pannofino, Iaia Forte, Edoardo Purgatori, Carmine Recano

e con Simona Marchini; e (in o.a.) Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Jacopo Sorbini.

«A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. – insiste – insiste Ozpetek -, Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti».

Poi  le altre verità. «Lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese, la piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce. A questo proposito – conclude il regista – , ho tratto spunto da personali esperienze». Alle 21. Replica il 26 alle 21, il 27 novembre alle 17 (www.teatridisiena.it).

 

 

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