SIENA – L’aumento di capitale di Banca Mps è stato coperto per il 96,3%. Al termine dell’ultimo giorno dell’operazione, utile a esercitare i diritti acquistati nella fase di asta, sono stati sottoscritti altri 58,9 milioni di euro.

Alla luce di quanto messo insieme dal Tesoro, azionista di maggioranza con il 64,2%, enti e investitori privati, la quota che dovranno accollarsi il consorzio di garanzia e il Fondo Algebris è pari a 93 milioni. In pratica, soprattutto per merito dell’azione persuasiva del Mef su Fondazioni bancarie e casse di previdenza, il rischio di chi si è detto disponibile a farsi carico del capitale inoptato, è stato ben remunerato con le commissioni incassate per sostenere la ricapitalizzazione. Pegno necessario per guardare al futuro e farlo anche con un po’ di ottimismo, vista l’accelerazione impressa all’aumento negli ultimi giorni. Il risultato raggiunto ne è la riprova ed è quasi difficile da credere considerate le previsioni (anche recenti) degli analisti.

Chiuso questo capitolo la prossima tappa è rappresentata dal cda del 10 novembre. Occasione per illustrare la terza trimestrale, e iniziare a comprendere quale sarà il quadro a fine anno, ma soprattutto discutere del destino degli oltre 4 mila dipendenti pronti a uscire.

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