Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione MpsFunzionari della Consob e militari della Guardia di Finanza sono nella sede della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, a Palazzo Sansedoni dove stanno effettuando un’ispezione. Lo rende noto l’agenzia Ansa. L’attività ispettiva che da questa mattina è in corso da parte di Consob nella sede della Fondazione Mps a Siena sarebbe stata avviata dopo la vendita di un pacchetto del 12% dei titoli di Mps, da parte dell’ente, il 18 marzo scorso (leggi). E’ quanto si apprende da fonti giudiziarie. Con gli ispettori della Consob ci sono anche gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza il cui supporto sarebbe stato chiesto dalla stessa Consob. Tra l’altro gli uomini del Nucleo valutario sono anche la polizia giudiziaria che coadiuva i magistrati senesi che dal novembre scorso hanno aperto un fascicolo per insider trading dopo un esposto della presidente della Fondazione, Antonella Mansi. Alla base dell’attività ispettiva di Consob ci potrebbe essere un problema di “trasparenza”. Gli ispettori starebbero verificando anche l’attività di cessione di piccole quote sia da parte della stessa Fondazione sia di altri soggetti, vendite avvenute anche prima del 18 marzo. Nella sede della Fondazione, dove oggi erano in programma anche la deputazione amministratrice e quella generale, è presente anche la presidente Mansi.

Ispezioni anche in Mps Capital Services a Siena e Firenze Sia gli uomini della Consob sia quelli della Gdf stanno inoltre verificando alcune attività che interesserebbero personaggi legati a Mps Capital Services.

Le sedute in Borsa sospette Il principale obiettivo degli ispettori della Consob, che da stamani sono nelle sede della Fondazione Mps, è quello «di una verifica sull’operatività del titolo Mps nelle ultime settimane, con particolare attenzione alle sedute della Borsa del 5 e del 18 marzo». E’ quanto apprende l’ANSA da fonti vicine alla Commissione. Si tratterebbe in particolare di ricostruire l’operatività sul titolo Mps «alla luce del flusso informativo che l’aveva accompagnata» aggiunge la stessa fonte secondo la quale «sullo sfondo potrebbe esserci anche un’ipotesi, tutta da verificare, di abuso di mercato». Il 5 marzo il titolo di Mps ebbe un vero e proprio boom, salendo del 19,24%. Tra le ipotesi circolate anche quella della vendita di un pacchetto da parte della Fondazione che, il giorno successivo, venne smentita dall’ente. Il 10 marzo fu la famiglia Aleotti a comunicare di aver ceduto, proprio il 5 marzo, il 3% della sua quota scendendo così all’1% nel capitale del Monte. Lo stesso giorno, con una nota, la Fondazione comunicò di aver venduto un pacchetto pari a 1,58% del capitale, scendendo, per la prima volta, sotto il 30% (al 29,9%). Il 18 marzo, a mercato chiuso, l’ente presieduto da Antonella Mansi, aveva poi ceduto un pacchetto pari all’11,98%, con accelerated bookbuilding curato da Morgan Stanley, attestandosi così al 15,06% nel capitale di Mps.

Il no comment di Profumo «Non commento». Così il presidente di Mps Alessandro Profumo ha risposto ai giornalisti che a margine di un convegno a Siena chiedevano un commento sulla presenza della Consob, da questa mattina, nella sede della Fondazione Mps. «In questo anno e mezzo – ha concluso Profumo – abbiamo sempre avuto un rapporto di grande fiducia nel lavoro dell’autorità giudiziaria, dando sempre la massima collaborazione».

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