Il messaggio è chiaro ed è in risposta a chi ha puntato il dito contro di loro interrogandosi sul lavoro che stavano svolgendo, mettendo in dubbio la loro buona fede, accusandoli di non far trapelare niente, imputando un’indagine sotto traccia. Non sarà piaciuto ai più, ai molti giornalisti e ai tanti politici che hanno costruito campagne elettorali sulle inchieste, a quella opinione pubblica sempre pronta a gridare allo scandalo, ma il messaggio che oggi emerge dalla conferenza stampa dei Magistrati che conducono le inchieste sul Monte dei Paschi è chiaro: abbiamo lavorato sui fatti e non sulle illazioni, oltre 20mila pagine e 40 faldoni per un’indagine che ha eco internazionale.
 
Quella piovosa giornata di novembre E tutto nacque in una piovosa giornata di novembre in un colloquio tra il Procuratore Capo Tito Salerno e il Pm Antonino Nastasiche s’interrogavano sulle notizie dei giornali e sulle voci ricorrenti sull’operazione Antonveneta. «Qualcosa si doveva fare – ha raccontato Salerno -: troppo ricorrenti, pesanti e misteriose erano le voci e non si poteva non intervenire». Nastasi è stato poi affiancato nelle indagini dai colleghi Aldo Natalini e Giuseppe Grosso. «L'inchiesta – ha ribadito Nastasi – è nata sulla scorta di notizie di stampa che parlavano della Fondazione in grave crisi e indebitata. Abbiamo aperto un procedimento per capire cosa stava succedendo nella galassia Fondazione e Banca Mps. Le prime attività portarono nel maggio prima e a luglio poi a una serie di perquisizioni che hanno riguardato non solo gli indagati ma anche istituzioni bancarie italiane e internazionali».
 
Quel soleggiato giorno di luglio Nell'inchiesta, ha spiegato il Generale Giuseppe Bottillo, Comandante del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, sono stati impegnati giorno e notte dieci uomini del valutario. «Abbiamo seguito i fatti e non altre sirene che ci spingevano da una parte e dall'altra – ha aggiunto -. Fino a oggi sono state seguite 55 perquisizioni, non ci sono maree di intercettazioni, sono state fatte intercettazioni mirate. Questa parte istruttoria riguarda l'acquisizione di Antonveneta, ma la storia continua».
 
Due spunti e accapo Oggi, in un assolato pomeriggio di luglio, ben lontano da quella piovosa giornata di novembre da cui tutto ebbe inizio, si concludono le indagini sull’acquisizione di Antonveneta. Il messaggio è chiaro, per tutti, c’è chi predilige i fatti al clamore, il lavoro alla notorietà. Ed è un messaggio che esce dalla Procura e si perde nelle vie di una città che forse dovrebbe impararlo quel monito se il termine senesità ha ancora un valore oltre ai proclami e oltre le parole, tante, spese a discapito dei fatti.  

LA GIORNATA 

Per l’inchiesta legata al Monte dei Paschi di Siena oggi è il giorno della madre di tutte le inchieste, quella legata all’acquisizione di Antonveneta. Faldoni chiusi ieri dai Pm Antonino Nastasi, Giuseppe Grosso e Aldo Natalini  e stamattina sono partite le notifiche di conclusione indagini per 11 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche. Ad essere iscritto nel registro degli indagati sulle fonti di finanziamento per l’aumento di capitale per l’acquisizione di Antonveneta, a vario titolo, sono l'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l'ex dg Antonio Vigni, Daniele Pirondini, Marco Morelli, Giovanni Raffaele Rizzi, Fabrizio Rossi, Tommaso Di Tanno, Pietro Fabretti, Leonardo Pizzichi. In base alla legge 231 sulla responsabilità dell'impresa la notifica di conclusione indagini è stata consegnata anche a Banca Monte dei Paschi di Siena, nella persona del presidente e legale rappresentante Alessandro Profumo e a JP Morgan nelle persone dei suoi legali rappresentanti Roger John Barbour e Rebecca Katherina e Smith. Ai difensori è stato inoltre notificato contestualmente l'avviso di deposito delle intercettazioni telefoniche in base all'articolo 268.
 
I reati contestati e le motivazioni Vanno dalla manipolazione del mercato, all'ostacolo alle funzioni dell'autorità di vigilanza, alle false comunicazioni sociali, i reati contestati, a vario titolo, dalla Procura di Siena alle 9 persone indagate. E' quanto si evince dall'avviso di chiusura indagini notificato oggi alle parti (oltre ai 9 indagati anche due persone giuridiche). A carico dell'ex presidente Mussari, dell'ex Dg Vigni e dell'ex Cfo Pirondini i Pm ipotizzano il reato di concorso in manipolazione del mercato perché «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso – nell'ambito del programma di finanziamento ideato per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie all'acquisizione di banca Antonveneta – partecipavano e contribuivano alla predisposizione della complessa operazione finanziaria denominata Fresh 2008, diffondendo al mercato notizie false idonee a determinare una sensibile alterazione del prezzo dell'azione Bmpsordinaria». Gli stessi Mussari, Vigni e Pirondini sono indagati per concorso in ostacolo all'esercizio delle funzioni dell'autorità di vigilanza perché, per quanto riguarda l'aumento di capitale da un miliardo riservato a Jp Morgan, «esponevano fatti materiali non rispondenti al vero» rispondendo alle richieste di delucidazioni avanzate da Banca d'Italia. Vigni e l'allora Cfo Marco Morelli sono anche indagati per concorso in ostacolo all'esercizio delle funzioni dell'autorità di vigilanza perché «omettevano di comunicare a Banca d'Italia, ostacolandone consapevolmente le funzioni di vigilanza» di «avere rilasciato in data 10 marzo 2009 una indemnity side letter a Bank of New York». Mussari, Pirondini, Vigni e l'allora capo dell'area legale Raffaele Giovanni Rizzi sono poi indagati per concorso in falso in prospetto perché nel prospetto informativo relativo all'offerta in opzione e all'ammissione a quotazione sul MTA di azioni ordinarie di Banca Mps approvata dalla consob in data 23 aprile 2008, «non venivano descritti in modo compiuto i Fresh 2008 e non erano descritti i contratti di Total return swap (Tror) sottoscritti da Fondazione Mps» e «non veniva rappresentata l'esistenza di un accordo 'fiduciary swap agreement' tra Jp Morgan e Bank of New York». Mussari, Pirondini e Vigni sono indagati anche per false comunicazioni sociali in relazione al bilancio 2008 e il solo Mussari è indagato per insider trading. Gli ex membri del collegio sindacale Tommaso di Tanno (presidente), Pietro Fabretti e Leonardo Pizzichi sono indagati per concorso in ostacolo all'esercizio delle funzioni dell'autorità di vigilanza. Anche Fabrizio Rossi, in qualità di allora vice direttore generale di Mps, è indagato per ostacolo alle funzioni dell'autorità di vigilanza perchè in risposta alla Consob nell'aprile 2012 «esponeva fatti materiali non rispondenti al vero», in particolare che Mps «non risulta avere ricevuto comunicazioni in ordine alla sottoscrizione da parte della Fondazione Mps dei total return swap sui titoli….Fresh 2008 antecedentemente alla predisposizione dei prospetti informativi approvati da codesta commissione il 23 aprile 2008 e il 15 giugno 2011». Infine Banca Mps e Jp Morgan Securities Ltd sono indagate per presunto «illecito amministrativo» in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle imprese per reati commessi da dipendenti.
 
A Mussari contestato anche l'insider trading Ieri avevamo annunciato possibili colpi di scena legati a nuovi indagati e nuovi capi d'accusa (leggi) preannunciando la possibilità di un nuovo reato di insider trading. E proprio l'accusa di insider trading si aggiunge agli altri capi d'imputazione per l'ex presidente Giuseppe Mussari perchè «in possesso di informazioni privilegiate», la stipula dell'accordo con il Santander, «comunicava la notizia all'allora sindaco di Siena Maurizio Cennie all'ex presidente della Provincia Fabio Ceccherini». Secondo i Pm Mussari avrebbe anche comunicato «al di fuori del normale esercizio della professione, a Enrico Bombieri, responsabile dell'investment banking di Jp Morgan per l'Europa, Africa e Medio Oriente, che Banca Monte dei Paschi aveva concluso l'operazione di acquisto di Banca Antonveneta».
 
Avviso di conclusione indagine anche a Jp Morgan E i primi segreti vengono a galla ancor prima della conferenza stampa di questo pomeriggio. La Procura di Siena ha infatti inviato anche a Jp Morgan l'avviso di conclusione indagine. La notizia trova conferma da fonti giudiziarie. Jp Morgan era intervenuta nell'emissione del Fresh lanciato per il finanziamento dell'operazione. L'avviso di chiusura indagine, secondo quanto si apprende, riguarda Jp Morgan per un coinvolgimento ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle imprese. A Jp Morgan la Procura di Siena contesta un "illecito amministrativo" in base alla legge 231 «in relazione alla commissione del delitto di cui all'articolo 2638 Codice civile (perchè – si legge nell'avviso di chiusura indagine – non comunicava a Banca d'Italia che Jp Morgan aveva ricevuto da Mps indemnity con cui la banca senese la garantiva da eventuali perdite o passività debitamente documentate che potevano derivare da accadimenti correlati alla sottoscrizione delle obbligazioni Fresh collegate alla emissione delle azioni oggetto dell'aumento di capitale riservato a Jp Morgan)». Tale delitto, scrivono i magistrati, sarebbe stato «commesso nell'interesse e a vantaggio di Jp Morgan Securities Ltd da persona allo stato ignota – per la quale si procede separatamente – che rivestiva al momento del fatto funzioni di rappresentanza, di amministrazione e comunque direzione della società»

Jp Morgan: «per noi nessun vantaggio» «L'indemnity a cui si fa riferimento, che è stata efficace solo pochi giorni, non è mai stata azionata e non ha determinato alcun vantaggio per Jp Morgan o per i suoi dipendenti». Lo sottolinea il gruppo americano in riferimento all'indennità da eventuali perdite e passività nel prestito Fresh. «Riteniamo che Jp Morgan e i suoi dipendenti abbiano agito in modo del tutto corretto e appropriato. Difenderemo con forza il nostro operato», conclude la banca statunitense

Bilancio 2008, Mussari e Vigni ingannarono i soci All'ex presidente Giuseppe Mussari, all'ex dg Antonio Vigni e all'ex Cfo Daniele Pirondini, come responsabile delle scritture contabili, secondo quanto si legge nell'avviso di conclusione indagini, viene contestato anche il reato di false comunicazioni sociali ai soci e ai creditori. I tre, in sostanza, avrebbero ingannato, «soci e pubblico», rappresentando «la complessiva operazione Fresh quale strumento di capitale in luogo di strumento di debito, nel bilancio 2008». Per l'accusa il Fresh era quindi un vero e proprio prestito di 1 miliardo di euro ottenuto da JP Morgan. 

Procedura d'urgenza per evitare la prescrizione Le eventuali richieste di rinvio a giudizio, per tutti o per una parte degli indagati nell'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta da parte di Mps secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie potrebbero essere inoltrate nel mese di settembre. Dopo sarà il Gup a fissare la data dell'udienza preliminare, probabilmente entro il mese di dicembre. La Procura di Siena ha chiesto e ottenuto dal Gip la procedura d'urgenza per la chiusura dell'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta. Questo per evitare la prescrizione per episodi per cui si configurerebbe la responsabilità amministrativa di impresa ai sensi della legge 231. La prescrizione, infatti, spiegano fonti giudiziarie, scatterebbe, per i primi episodi, dopo cinque anni, cioè nell'ottobre prossimo. I termini, però si bloccano al momento dell'esercizio dell'azione penale da parte dei Pm. Per evitare il rischio di avanzare le richieste di rinvio a giudizio a prescrizione già raggiunta, i Pm hanno chiesto l'urgenza, che fa decorrere già da domani i venti giorni previsti a disposizione delle parti per presentare memorie o documenti. Questo, teoricamente, farebbe sì che già il prossimo 20 agosto i Pm sarebbero in condizione di avanzare le eventuali richieste di rinvio a giudizio.

Legali di Mussari: «Solo telefonate istituzionali» «Nessuna delle contestazioni formulate nei confronti del nostro assistito, nemmeno quella relativa all'asserito abuso di informazioni privilegiate, ipotizza una strumentalizzazione a fini di profitto, personale o altrui, dei poteri discendenti dalla carica di presidente di Banca Mps». Lo scrivono in una nota, sottolineandolo ''con forza'', i legali dell'ex presidente Mussari, Tullio Padovani e Fabio Pisillo dopo le notizie sulla notifica di conclusione indagini. Gli avvocati Pisillo e Padovani sottolineano anche nel nuovo capo di imputazione contestato a Mussari, vengono evidenziate solo «telefonate istituzionali che sarebbero avvenute lo stesso giorno del comunicato stampa che e' dell'08/11/2007 con cui Santander e Banca Mps comunicavano l'accordo per la cessione di Antonveneta» 

Nessuna tangente Nell'acquisizione di Antonveneta da parte di Banca Mps «non sono stati trovati comportamenti penalmente rilevanti». Lo ha detto il pm Antonino Nastasi nel corso della conferenza stampa sulla conclusione delle indagini evidenziando poi che non sono state trovate tangenti «né evidenziati vantaggi personali».


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