ROMA – “David Rossi era un fratello, un amico. Lo feci assumere perché nel suo lavoro era il più bravo di tutti”. “Non gli ho mai confidato nulla, ma se c’era bisogno di un amico, lui c’era”, ha detto Mussari.

“L’unico a cui davo del ‘tu’ in banca era David Rossi, ma solo perché lo conoscevo da prima” ha detto ancora Mussari aggiungendo poi che un altro a cui dava il ‘tu’ “era Marco Morelli”, ad della banca, “ma non ad altri”. Quanto ad averlo definito un “fratello”, Mussari ha successivamente specificato di dover “distinguere fra amore fraterno da altri tipi di fratellanze cui non appartenevamo né io né Rossi”.

E’ iniziata l’audizione di Giuseppe Mussari, ex presidente di Mps, davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, l’ex capo comunicazione della banca senese deceduto il 6 marzo 2013 precipitato dalla finestra del suo ufficio.

Mussari ha iniziato la sua audizione leggendo una lettera scritta da lui alla vedova Antonella Tognazzi e citando stralci di un interrogatorio alla guardia di finanza di David Rossi.

“Rossi non partecipava ai cda” della banca ha aggiunto ancora Mussari rispondendo alla Commissione parlamentare d’inchiesta  rispetto al suo periodo di presidenza di Mps. “David Rossi avrà partecipato a un cda di Mps, quando avrà dovuto esporre le linee guida sulla comunicazione o a un nuovo spot della banca che sarebbe andato in onda” ha detto l’avvocato. Mussari ha poi aggiunto che Rossi “aveva le informazioni che doveva veicolare verso il pubblico”, fuori dalla banca, come capo della comunicazione di Mps.

“Non ho conoscenza che lui avesse informazioni su operazioni della banca” ha chiarito Mussari rispondendo ai commissari. “David Rossi non aveva deleghe, era il responsabile della comunicazione – ha detto Mussari – e in questo ruolo semmai aveva capacità di impegnare la banca con terzi per spese a importi stabiliti; step per step, in relazione a elementi quantitativi crescenti. Per un primo step poteva decidere da solo la spesa, per uno step successivo rivolgersi a organismi predeterminati della banca per importi più alti”.

“Ritengo che David Rossi nulla sapesse delle operazioni Alexandria e Santorini, oggetto di indagine della procura di Siena”. Così Mussari alla Commissione d’inchiesta sulla morte di Rossi sulle email del capo della comunicazione all’ad Viola in cui avrebbe manifestato un forte disagio personale nei giorni in cui era stato interrogato. “Era già stato interrogato, non credo avesse cose di chissà quale significato, di chissà quale rilevanza da riferire. I suoi computer, i suoi strumenti elettronici, la sua posta, sono stati analizzati, da qui nulla è emerso nei fascicoli che mi riguardano, ma ritengo neanche in altri fascicoli altrimenti sarebbero inevitabilmente emersi” ha detto.

 

“Cerco di parlare poco delle vicende Mps, cerco di tagliare corto e andare oltre quando succede” ha detto Giuseppe Mussari quando poi gli è stato chiesto se avesse parlato con l’avvocato Giancarlo Pittelli di David Rossi e della sua morte in relazione a un’intercettazione da cui risulta che Pittelli commentava l’ipotesi dell’omicidio, e non del suicidio, del capo della comunicazione di Mps. “Quando ero presidente di Mps non conoscevo l’avvocato Pittelli”, ha rimarcato Mussari evidenziando che si tratta di una conoscenza risalente a tempi più recenti. “Mi risulta che Pittelli faceva assistenza legale a un’azienda che vendeva diamanti tramite la rete Mps”, ha anche affermato Mussari, “so che è il titolare di una società che aveva un terreno in Calabria su cui voleva sviluppare una struttura turistica e di questo mi ha parlato”. 

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