Omicidio volontario in concorso: è questa l’ipotesi di reato ipotizzato dalla Procura di Lucca nei confronti dei due uomini fermati già ieri mattina dalla Polizia. Sembra infatti che la morte del cuoco 50enne, ex militare dell’esercito, trovato senza vita nella propria abitazione in via del Toro, nel centro storico di Lucca, sia opera dei due connazionali fermati, un 36enen e un 28enne, forse a seguito di una furiosa lite tra i tre.

Le indagini Nel corso della giornata di ieri, le indagini si sono concentrare soprattutto nella ricostruzione delle ultime ore di vita del 50enne, per cercare di comprendere cosa fosse accaduto. Per questa ragione, i due uomini fermati e coinquilini della vittima sono stati interrogati per ore, ma i due si sono trincerati dietro la facoltà di non rispondere e non hanno fornito elementi utili ai fini delle indagini, dirette dal Sostituto Procuratore Salvatore Giannino e svolte dalla Squadra Mobile di Lucca, guidata dal commissario Silvia Cascino.

Una serata movimentata Da qualche tempo, il 50enne e la compagna avevano frequenti discussioni, soprattutto legate a problemi finanziari. Il cuoco, infatti, aveva solo dei lavori saltuari e la donna – sua connazionale – si trovava al momento disoccupata, essendo da poco morto l’uomo che assisteva come badante. Questo aveva fatto sì che il cuoco prendesse in casa altri due coinquilini, i due individuati dalla Polizia come possibili autori dell’omicidio. Spesso questa convivenza forzata dava origine a discussioni i cui toni erano spesso molto sopra le righe. In particolare, la sera di martedì erano dovuti intervenire anche i Carabinieri a causa di una lite furibonda tra la vittima dell’omicidio e la compagna, che trascorrerà la notte al pronto soccorso del ‘San Luca’, dove è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari lucchesi non per delle ferite fisiche, ma perché in stato di choc. La mattina, dimessa dall’ospedale, si è diretta in questura per denunciare la situazione che si era venuta a creare in quella casa di via del Toro dove il compagno la maltrattava continuamente. Mentre la donna parlava con la polizia, però, per l’uomo non c’era già più niente da fare. Quando la polizia è arrivata sul posto, ha trovato l’uomo riverso a terra, già morto da diverse ore. Ben visibili sulle sue braccia delle ferite da taglio che, in un primissimo momento, hanno fatto ritenere possibile agli inquirenti che potesse essersi trattato di un suicidio. Ipotesi, però, quasi subito scartata: l’uomo, infatti, presentava anche i segni di colluttazione e le ferite potrebbero verosimilmente essere quelle classiche ‘da difesa’.

L’arresto dei due coinquilini Alla fine di una giornata di interrogatori e di indagini, i due coinquilini della vittima sono stati posti in stato di fermo e attualmente si trovano detenuti nel carcere ‘San Giorgio’ di Lucca. L’ipotesi di reato nei loro confronti è quella di omicidio volontario in concorso.  Domani sono previste l’autopsia che chiarirà in maniera definitiva le cause della morte del 50enne e potrà fare luce anche sulla dinamica dei fatti. Contemporaneamente si svolgerà anche l’udienza di convalida degli arresti nei confronti dei due indiziati. Proseguono, intanto, le indagini della Mobile: cauti gli investigatori che pesano le parole, ma l’impressione è che la svolta delle indagini vi sia già stata e che si tratti, a questo punto, di trovare quei riscontri che faranno sì che l’impianto accusatorio sia inequivocabile.

 

 

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