Il giudice per le indagini preliminari della Procura di Genova Franca Borzone si è riservata sull’opposizione alla richiesta di archiviazione per l’indagine sui presunti festini a luci rosse a cui avrebbero partecipato alcuni pm senesi che avevano indagato sulla morte di David Rossi, l’allora capo della comunicazione di Mps, caduto da una finestra di Rocca Salimbeni nel 2013. All’udienza hanno partecipato i legali della famiglia Rossi, gli avvocati Carmelo Miceli e Paolo Pirani, che hanno chiesto al giudice di integrare le indagini mentre il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati ha insistito sulla richiesta di archiviazione.

L’indagine, per abuso d’ufficio e favoreggiamento della prostituzione, era nata dopo una intervista dell’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini in cui diceva che le indagini sulla morte di Rossi erano state “rabbuiate” perché i magistrati avevano partecipato ai festini. Secondo la Procura di Genova, invece, seppure vi siano state lacune soprattutto nella prima indagine non ci sarebbero prove di un collegamento tra i festini e lo svolgimento delle inchieste.

La figlia Carolina: periamo non sia ennesimo buco nell’acqua» «Mi aspetto che non sia l’ennesima porta chiusa in faccia perché in questi anni ce ne sono state tante. Noi aspettiamo e speriamo che questo non sia l’ennesimo buco nell’acqua». Lo ha detto Carolina Orlandi, la figlia acquisita di Rossi dopo l’udienza. «Ci sono tante cose mancanti, abbiamo messo insieme noi tutte le cose che sono sparite dal fascicolo, che avevamo prodotto noi, e che non sono state valutate. Ho difficoltà a comprendere come non si possa ammettere che non ci sia stato abuso d’ufficio da parte dei magistrati di Siena», ha concluso Orlandi.

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