gay«A me e Stefano rimangono due strade da percorrere: o ricominciare l’iter per avere il riconoscimento della nostra unione in Tribunale a Grosseto, oppure cambiare paese dove vivere».A dirlo è Giuseppe Chigiotti, l’architetto grossetano che si era sposato con Stefano Bucci a New York nel 2012, nozze che nell’aprile 2014 erano state registrate a Grosseto. Oggi la notizia che il Comune di Grosseto ha dato esecuzione alla sentenza della Corte di appello di Firenze accogliendo  il ricorso della Procura contro la trascrizione. «Vogliamo vivere in un Paese dove esiste l’affermazione di qualsiasi diritto – ha proseguito Chigiotti -. Se il mio Paese non riesce a garantirmi questi diritti, vorrà dire che andremo a vivere da un’altra parte. Eventualità a cui stiamo pensando fortemente». «Ancora una volta – ha poi aggiunto Chigiotti riferendosi alla decisione della Corte d’appello – hanno deciso di non decidere per non inimicarsi la Magistratura. Se avessero annullato la sentenza perché era contro la legge, la cosa sarebbe finita qui. Ma purtroppo non è così».

Il sindaco di Grosseto: «Esiste un vuoto normativo che solo il Parlamento può risolvere» A dare notizia della cancellazione è stato il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi. «C’è una sentenza del giudice e noi la rispettiamo – ha affermato -. Il Prefetto, nell’invito che ci ha spedito dopo le parole del Ministro Alfano, ha allegato la sentenza e quindi non potevamo fare altrimenti». La Corte di appello di Firenze a cui si era rivolta la Procura  ha infatti annullato la sentenza del Tribunale di Grosseto che ordinava al comune di trascrivere l’unione nel registro dello stato civile tra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci. Nel dispositivo dei giudici fiorentini si rileva che, durante il procedimento di primo grado al Tribunale di Grosseto, non era stata citata l’avvocatura di Stato come prevede la legge. «Noi rispettiamo la legge – ha detto oggi il sindaco Bonifazi -. L’ufficiale di stato civile, Mario Venanzi, così come negò la trascrizione prima di essere costretto dalla sentenza grossetana, adesso l’ha cancellata per lo stesso motivo. Non permetterei ad un dipendente comunale di andare contro la legge. Esiste comunque un vuoto normativo che soltanto il Parlamento, con una legge ad hoc, può risolvere».

 

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