SIENA – Sorprende l’intesa artistica tra l’immagine di Papa Alessandro VII, nell’affresco del piano nobile di Palazzo Chigi Zondadari, e ‘Contemporanea’ che trasforma la corte della Casa Museo.

È la nuova identità di questo storico Palazzo, capitolo delle vicende e dell’architettura di Siena: dall’8 maggio, apre al pubblico le sale del piano nobile e la corte, adesso spazio per artisti italiani e internazionali chiamati da Flavio Misciattelli, presidente Fondazione Palazzo Chigi Zondadari, ossatura della nuova organizzazione del complesso storico di via Banchi di Sotto.

L’importanza di una grande famiglia dipende anche dalla sua capacità di adeguarsi ad uno scenario in continua evoluzione, recependo le occasioni e riconoscendo al suo mecenatismo le migliori missioni. «Restituire il Palazzo Chigi Zondadari e le opere alla comunità è per noi motivo di grande soddisfazione, anche per l’impegno della famiglia a preservare i capolavori che ripercorrono le vicende storico artistiche di Siena dal Trecento ad oggi – dichiara Flavio Misciattelli -. L’apertura alla contemporaneità e ai giovani artisti inaugura una nuova stagione di committenze, come era stato per i Chigi Zondadari. In questo rapporto vivo e duraturo tra presente e passato, i richiami e le suggestioni reciproche consentono un nuovo modo di vivere e conoscere l’arte». Casa Museo Palazzo Chigi Zondadari è un valore per il territorio e accresce l’offerta di una città che nel patrimonio artistico – architettonico esprime le sue migliori identità. «Tra gli obiettivi primari di questa amministrazione c’è quello di sottolineare ed esaltare la bellezza di questa città – spiega Luigi De Mossi, sindaco del Comune di Siena, patrocinio –. Così, con la famiglia Misciattelli, abbiamo ragionato sulla possibilità di restituire alla comunità uno dei palazzi protagonisti della storia di Siena. Palazzo Chigi Zondadari può diventare, nel rispetto della sua tradizione, un crocevia tra passato e presente, aprendosi alla contemporaneità e a giovani artisti che muovono il mondo grazie alla loro arte».

Una storia imponente questa di Palazzo Chìgi Zondadari, l’ultimo edificato in Piazza del Campo, in posizione di rilievo nell’emiciclo, a lato del Chiasso Largo. Rimanda al XVIII secolo, voluto dal cardinale Antonfelice Zondadari e dal fratello Bonaventura, primo marchese Chigi Zondadari e progenitore della casata. iI Palazzo, residenza senese della famiglia dal 1724, ha la tipica architettura barocca-neo classica di importazione romana del Seicento. Progettata da Antonio Valer, allievo di Gian Lorenzo Bernini, chiamato per modernizzare le costruzioni medievali di proprietà dei Chigi dalla fine del Seicento, si distingue per un’architettura lineare, con cinque ordini di finestre, una corte interna e un agile scalone d’onore. Degli interni, il piano nobile è quello di maggior interesse con la fuga di saloni e di gallerie che ridisegnano la struttura rettangolare del Palazzo. I soffitti affrescati, la collezione di importanti opere d’arte, la decorazione parietale di tre stanze a ‘corami’ di pregiata manifattura veneziana, testimoniano ricchezza e qualità delle committenze volute dalla famiglia Chigi Zondadari.

Le opere di pittori di fama, in primis Placido Costanzi, XVIII secolo, allievo di Francesco Trevisani, arricchiscono la decorazione degli interni. Il cardinale Antonfelice Zondadari gli affidò alcuni affreschi con episodi della sua vita e di Papa Alessandro VII, nato Fabio Chigi. Questi dipinti si alternano a quelli di Marco Benefial, allievo del carraccesco Bonaventura Lamberti. Francesco Nenci completò nell’Ottocento la decorazione delle sale. L’attenzione e l’interesse dei Chigi Zondadari verso le arti e la bellezza sono testimoniate da una ricca collezione di opere d’arte, reperti archeologici, dipinti e sculture, fra cui spicca il busto di Alessandro VII di Gian Lorenzo Bernini.

La Casa Museo Palazzo Chigi Zondadari inizia una nuova storia e l’arte antica convive con ‘Contemporanea, la nuova vocazione della corte dello storico edificio: un luogo espositivo dove gli artisti italiani e internazionali, chiamati da Flavio Misciattelli, interpretano lo spazio con lavori site-specific. Il primo artista coinvolto è Pietro Ruffo: la sua installazione Never too young to make a difference, titolo mutuato da uno degli slogan più simbolici dei Fridays For Futur, dedicata all’impegno delle giovani generazioni per il cambiamento delle politiche sociali e ambientali, è composta da una grande anfora in ceramica dipinta a mano, alta più di due metri, e da alcune video-proiezioni ricche di personaggi che interagiscono con i simboli delle Contrade. La mostra prosegue salendo le scale ed entra nella Casa Museo dove sono esposti mappamondi e altri vasi più piccoli. Passato e futuro si incontrano con i giovani che giocano con gli elementi architettonici dell’edificio attraverso animazioni che coinvolgono lo spettatore.

La Casa Museo Palazzo Chigi Zondadari e Cortemporanea sono aperte al pubblico da maggio a ottobre. Da novembre a febbraio, sarà visibile Il pollaio, altro ambiente di questo incubatore storico contemporaneo: un piccolo spazio con vetrina su strada, nell’ingresso del Palazzo di vicolo dei Pollaioli, a disposizione di due giovani artisti toscani. Ingresso da Banchi di Sotto 46, accesso da vicolo dei Pollaioli 1

(fondazione@palazzochigizondadari.com

www.chigizondadari.com).

 

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