FIRENZE – Firenze si è trasformata in una roccaforte per l’intera giornata di venerdì 10 ottobre, in vista dell’arrivo della premier Giorgia Meloni e degli altri leader del centrodestra.
La città è stata presidiata con misure di sicurezza straordinarie in occasione della chiusura della campagna elettorale per le elezioni regionali, a sostegno del candidato presidente Alessandro Tomasi.
La presidente del Consiglio, insieme ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, alle 18 in piazza San Lorenzo, in un’area blindata e accessibile solo dopo controlli ai metal detector. L’intera zona è stata monitorata da telecamere, droni e un elicottero in volo sorvegliante. A terra, tra agenti presenti e reparti mobili provenienti da Roma, Bologna e Genova, la sorveglianza ha coinvolto fino a 800 uomini delle forze dell’ordine.
Le misure sono state adottate anche per prevenire possibili scontri con il corteo pro-Palestina organizzato da centri sociali, studenti e collettivi, che a circa 400 metri di distanza da piazza San Lorenzo si è dato appuntamento in piazza Indipendenza.
A Livorno, invece, Matteo Salvini ha modificato il suo programma previsto in una giornata che si è rivelata particolarmente tesa dopo gli scontri di martedì. Il vicepremier ha rinunciato all’incontro al Mercatino del venerdì, dove la presenza del pubblico e la difficoltà di controllo da parte delle forze dell’ordine potevano aumentare le tensioni. La tappa è stata spostata al più riservato cantiere della Darsena Europa.
Questa scelta arriva dopo le polemiche seguite all’episodio sul lungomare della città, dove Salvini era stato contestato duramente. Il sindaco Luca Salvetti aveva definito «irresponsabile» la visita elettorale definendola una «sfida alla città». Salvini ha però respinto tali accuse.
La decisione ha anche tranquillizzato i commercianti, preoccupati da una possibile militarizzazione dell’area del mercato, che in questa occasione è stata evitata.