rbt

PECCIOLI – Tonnellate di immondizia da smaltire che diventano occasione per dare vita ad una vera rivoluzione copernicana dove i rifiuti creano un sistema virtuoso in chiave sociale, culturale, tecnologica e resiliente.

Un impianto modello per lo smaltimento dei rifiuti che è riuscito a portare in dote energia pulita, infrastrutture, impianti sportivi, parcheggi, centri polifunzionali, rassegne culturali e interventi site specific di grandi artisti internazionali.

Un borgo, Peccioli (Pisa) che, con la sua discarica d’oro nell’impianto nella frazione di Legoli, ha generato un vero e proprio circuito rovesciato. Un ‘Sistema Peccioli’, le cui architravi sono composte dal Comune, dalla Fondazione PeccioliPer e dalla Belvedere Spa (società a partecipazione pubblica che gestisce l’impianto dove vengono smaltite ogni anno circa 350 mila tonnellate di rifiuti, con un bilancio che oscilla fra i 30 e i 35 milioni annui e con un utile pari a circa 4 milioni): tre enti diversi che hanno come obiettivo comune la promozione del territorio, il benessere della comunità e l’accoglienza verso il mondo esterno.

Grazie alla gestione innovativa e sostenibile dell’impianto di rifiuti, il Sistema Peccioli è divenuto un’esperienza singolare a livello nazionale, tanto da sbarcare il prossimo 22 maggio, fino a novembre, al Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia, coordinato dall’architetto Alessandro Melis, dove Peccioli sarà esempio di comunità resiliente. Il borgo collinare del pisano in Laguna diventerà teatro, spazio scenografico nel cuore del padiglione, essenza da cui transiteranno altre esperienze. Ne ha parlato ad agenziaimpress.it il sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni.

Sindaco, dalla discarica divenuta modello in tutta Italia alla Biennale di Venezia: come si è sviluppato questo aureo cammino?

“Un percorso lungo, che affonda le sue radici nel 1997 con la costituzione della società Belvedere per la gestione di un impianto di rifiuti che stava diventando una realtà imprenditoriale importante, aprendosi al territorio attraverso un’operazione di azionato popolare. E da allora non ci siamo più fermati. Quel che è un problema, i rifiuti, è diventato una risorsa per tutta la collettività”.

Belvedere, Comune e Fondazione PeccioliPer, che si occupa del lato squisitamente culturale: quali sono le azioni più importanti compiute anche di recente per migliorare la qualità della vita dei cittadini?

“Posso citare la grande passerella aerea di collegamento fra la parte antica del paese e quella più nuova, che abbiamo ribattezzato ‘Peccioli Bassa’, gli interventi in campo sociale, il festival estivo ‘11Lune’ che ogni anno ospita grandi artisti, l’accademia musicale con i suoi 450 allievi, i festival giornalistici e culturali, i parcheggi, i centri polivalenti e Ghizzano, una delle nostre frazioni, che è diventata un museo a cielo aperto con una massiccia operazione artistica e culturale”.

Parliamo di resilienza: come è nato il rapporto con Melis e quindi l’approdo alla prossima Biennale?

“Peccioli è da sempre una comunità resiliente e vi è un aneddoto, assai datato, che può spiegarne il senso. Correva l’anno 1885 ed i pecciolesi si autotassarono, indebitandosi per 50 anni, per il rifacimento del campanile del paese. Anche allora, come oggi, si scelse di scommettere sul futuro e su un simbolo di appartenenza del territorio. Tornando a tempi più recenti, l’architetto Melis ci chiese di inserire nella sua idea progettuale l’esperienza del Comune di Peccioli come esempio di comunità resiliente da raccontare nel Padiglione Italia a Venezia. Abbiamo aderito alla campagna per le ‘Città Resilienti’ promossa dall’agenzia delle Nazioni Unite dedicata alla riduzione delle calamità ed è stato dato il via allo sviluppo di una serie di attività”.

Quali?

“Nel 2019 a Peccioli si è tenuta la prima conferenza internazionale delle comunità resilienti e in quell’occasione è stata elaborata la ‘Carta di Peccioli’, una vera e propria Costituzione delle comunità resilienti italiane che puntano a rafforzare il patto sociale fra umanità, territorio e economia, alla luce delle crisi ecologiche. Il documento sarà presentato proprio in occasione della Biennale”.

Come sarà strutturato il ‘Laboratorio Peccioli’ nel Padiglione veneziano?

“Sarà uno spazio di ricerca e di racconto, porteremo le nostre esperienze, i nostri progetti, avvalendoci del lavoro su Peccioli svolto da scrittori, artisti, videomaker. E, se le condizioni legate alla pandemia lo consentiranno, porteremo gratuitamente a Venezia i cittadini pecciolesi”.

Quale sarà l’impatto nel partecipare ad un evento che gode di una rilevanza internazionale?

“Sarà una vetrina importante per Peccioli e per tutta la Valdera, immaginando anche un’ipotetica candidatura del territorio a capitale italiana della cultura nel 2025”.

Leggi le altre notizie della rubrica Territori

 

Articolo precedentePietre d’Inciampo, Fink: «Da oggi il segno della memoria è inciso sul tessuto vivo di Firenze»
Articolo successivoMorte David Rossi, slitta prima riunione Commissione d’inchiesta. I nomi dei venti parlamentari