PECCIOLI – Il sogno di conquistare lo scettro di capitale italiana della cultura 2025 si infrange per l’unica candidatura sbocciata in Toscana, ossia il Comune di Peccioli e la Valdera (Pisa), che hanno presentato un dossier di candidatura di territorio che non è riuscito a arrivare nella rosa delle dieci finaliste.

Il tema portante del dossier presentato dal Comune di Peccioli (capofila) e dagli altri campanili della Valdera era ‘Come vivremo’, riprendendo il lavoro che Peccioli aveva intrapreso anni fa e e che aveva portato il borgo collinare in provincia di Pisa a essere simbolo di comunità resiliente alla Biennale di Venezia 2021. Il ministero della cultura aveva fatto slittare la decisione sulla scelta delle 10 finaliste a capitale italiana della cultura. Una scelta che la giuria ha ufficialmente comunicato oggi, mercoledì 25 gennaio. E tra i dieci progetti finalisti ci sono Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia). Dunque, si ferma la corsa per Peccioli e la Valdera.

«Non è compresa, come speravamo, la candidatura della Valdera con Peccioli capofila. Il nostro dossier è di valore e costituirà comunque il punto di riferimento per lo sviluppo culturale di Peccioli e del territorio nei prossimi anni – commenta il sindaco di Peccioli Renzo Macelloni – Ci dispiace non essere arrivati nelle dieci finaliste e non rappresentare il nostro territorio, non cambiamo comunque il nostro percorso intrapreso. Anzi, ora ci concentreremo con meno dispersione di tempo sulle iniziative internazionali che ci attendono in questo 2023». Ovvero, lo sbarco a New York, dove Peccioli sarà protagonista con un progetto espositivo nella Grande Mela. Collaborando con l’istituto italiano di cultura, emanazione del ministero degli affari esteri, che ha sede a Manhattan, e con il New York Institute of Technology, la cui sede vede Central Park ed è a poche centinaia di metri da Columbus Circle. Un’iniziativa in grado di mettere insieme vari ambiti, dalla cultura alla mobilità, dal sociale alle infrastrutture, tornando a mettere al centro l’importanza di essere comunità resiliente.

La presenza a Venezia, in particolare, ha permesso di gettare le basi per una serie di collaborazioni che puntavano a rendere Peccioli un punto di riferimento per una comunità scientifica internazionale. Con accordi con l’Università di Pisa, la University of Portsmouth (UK) e il New York Institute of Technology per fondare a Peccioli un centro di ricerca sulla resilienza.

E chissà adesso che non si speri in un ripescaggio tutto toscano. Già lo scorso anno il presidente Eugenio Giani, dopo la sconfitta di Volterra, aprì alla nomina di capitale toscana della cultura. Peccioli e la Valdera attendono e intanto sperano.

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