COLLE VAL D’ELSA – “Per tutti, dappertutto” è il concept della candidatura di Colle di Val d’Elsa (Siena) a Capitale Italiana della Cultura 2028.
Non uno slogan, ma una visione: la cultura come bene comune, diffuso e quotidiano, che non si rinchiude nei luoghi istituzionali ma si espande ovunque, fino a raggiungere ogni persona e ogni contesto. È l’immagine di una cultura che diventa esperienza universale, accessibile e inclusiva, capace di intrecciarsi con la vita delle comunità e di generare valore sociale, economico e civile.
Il dossier di candidatura, con la direzione artistica di Giordano Bruno Guerri, è stato ufficialmente presentato alla città dal Sindaco Piero Pii e dagli assessori alla cultura Daniele Tozzi e al turismo Carlotta Lettieri, in un evento aperto alla cittadinanza al Teatro del Popolo alla presenza della Giunta, del Consiglio comunale, di autorità, delle associazioni, e tanti cittadini che hanno voluto condividere il progetto frutto di un lungo percorso di partecipazione dal basso.
“E’ un’opportunità assolutamente da non perdere perché il titolo di Capitale italiana della cultura serve sì a far crescere la cultura in termini di settore ma serve anche a rivelare luoghi e a generare ricchezza perché si attraggono investimenti, si crea indotto, lavoro e la città cambia in termini di sviluppo turistico – ha detto Giordano Bruno Guerri. – E’ una sfida difficile ma Colle sta lavorando molto bene, è partita per tempo e sta operando con determinazione, sagacia e anche con fantasia che è un elemento preziosissimo”.
Accogliere, Rigenerare, Connettere. Sono queste le tre parole che guidano la candidatura, tre direttrici strategiche che sintetizzano la visione di una città pronta a proporsi come laboratorio e modello per molte realtà italiane di medie e piccole dimensioni.
La candidatura intende infatti essere il motore di un nuovo welfare culturale capace di generare benessere diffuso e connessioni con il mondo delle imprese. Un approccio integrato che mette al centro arti visive, performative e patrimonio, riconoscendo il ruolo di associazioni, professionisti e tessuto produttivo.
Il concetto di welfare culturale è un elemento cardine della candidatura. Significa riconoscere alla cultura un ruolo concreto nella qualità della vita: dalla salute all’inclusione, dall’educazione alla coesione sociale. Cultura come medicina preventiva e come cura, come opportunità di crescita personale e collettiva, come diritto di cittadinanza che non esclude nessuno.
Per questo il progetto non è rivolto a pochi, ma davvero a tutti, e non si concentra solo nei luoghi più visibili, ma dappertutto: nelle piazze, nei parchi, nelle scuole, nei quartieri, lungo il fiume Elsa e negli spazi rigenerati come l’Agorà della Cultura. In questa logica, anche le forme di turismo rigenerativo mirano a generare impatto positivo con la comunità creando connessioni tra il patrimonio del patrimonio culturale, artigiano e naturalistico, e trattando in maniera ecosistemica la città alta e bassa e l’area fluviale.
La candidatura è nata e si è alimentata attraverso un percorso partecipativo che ha visto associazioni, scuole, imprese, istituzioni e cittadini protagonisti. Le oltre cento proposte raccolte testimoniano che la cultura è già percepita come forza trasversale, capace di contaminare la quotidianità e di generare nuove energie. Questo processo conferma l’idea che Colle possa essere un laboratorio, una città che sperimenta modelli innovativi di sviluppo culturale e che offre un esempio replicabile alle tante città medio-piccole di cui è fatta l’Italia. “Per tutti dappertutto” significa anche questo: che ciò che si costruisce a Colle può arrivare ovunque, diventando ispirazione per altri territori.
Colle sceglie di candidarsi con consapevolezza e coraggio, non inseguendo grandi numeri ma lavorando sulla qualità e sull’impatto. L’obiettivo è mostrare come una città di dimensioni contenute possa diventare modello di innovazione culturale, di welfare diffuso e di rigenerazione sociale. “Per tutti dappertutto” diventa così la cifra di una candidatura che vuole segnare un cambio di paradigma: la cultura come motore di benessere e sviluppo, accessibile a tutti, presente ovunque, capace di far crescere Colle e al tempo stesso di parlare all’Italia intera.
Il cuore del percorso è stato Colle Fabbrica Cultura, il processo che ha coinvolto associazioni culturali, operatori turistici e culturali, imprese e cittadini in una serie di momenti di ascolto, formazione e coprogettazione. Non una semplice consultazione, ma un laboratorio permanente di intelligenza collettiva.
Un’ambizione che ha già prodotto risultati concreti. Negli ultimi mesi sono stati attivati percorsi formativi su cultura e turismo come “Colle capitale umano” e i “Tavoli della Rigenerazione”, che hanno riunito operatori e cittadini al lavoro su ipotesi progettuali. Mentre l’amministrazione comunale ha messo in campo anche rilevanti interventi di rigenerazione di spazi urbani, una call rivolta alle realtà culturali e sociali ha raccolto oltre cento proposte concrete. Anche il comparto economico si è mobilitato. Nelle ultime settimane le vetrine del centro commerciale naturale si sono colorate del merchandising di Colle2028. Sono attive anche linee di intervento per le aziende del territorio attraverso strumenti innovativi come l’Art Bonus, segno di un coinvolgimento diffuso.
Questo investimento di energie, raccontato nel diario di bordo digitale Colle 28.it, non resterà senza seguito ma costituisce un lascito che va oltre la candidatura. Il cambiamento già prodotto dalle forze cittadine è la linfa della vita culturale di “Colle” da qui al 2028.