Bassilichi chiude le porte ai futuri esternalizzati bancari, prende le distanze dal Monte dei Paschi e strizza un occhio all'entrata in Borsa e al resto della toscana cercando di sganciarsi da quella Siena che ne ha visto la nascita e ne ha favorito lo sviluppo anche e soprattutto tramite quella Fises (Finanziaria Senese di Sviluppo) che si è detta pronta a ricollocare la propria partecipazione nel capitale aziendale (12,84%) sul mercato. Manna dal cielo per i vertici aziendali e per il gruppo fiorentino-senese che, per voce del suo amministratore delegato Leonardo Bassilichi, nelle colonne de La Nazione del 2 novembre dichiarava al giornalista Pino Di Blasio: «Saremo l’iTunes per i servizi finanziari» e poi ancora sul piano industriale quinquennale «Nell’arco di pochi anni porteremo l’utile lordo dal 15 al 25% con volumi più bassi ma in mercati di qualità. Con questo piano la smettiamo di pensare che siano altri a costruire la nostra azienda; da oggi saremo noi a fare la Bassilichi che vogliamo».
 
“Il bancomat via dal monte” Un messaggio, quest’ultima frase, che va letto in codice ma abbastanza chiaramente diretto a chi ha lavorato o lavora sui buoni rapporti che intercorrono tra Banca Monte dei Paschi e Bassilichi (partecipata direttamente da Mps per l’11,7%) al fine, soprattutto, di collocare quei 2360 dipendenti del Consorzio Operativo da esternalizzare. E se il messaggio non è stato abbastanza chiaro, Leonardo Bassilichi aggiunge: «Visti i tempi che si sono presi a Siena non stiamo più ad aspettare. L’ipotesi si è raffreddata notevolmente, Bassilichi farà impresa per conto suo. E la pista non si riscalderà a breve almeno fino a che qualche protagonista non capirà che il tempo che passa è valore sprecato». Lo stesso giorno dell’intervista a La Nazione, il settimanale Il Mondo titola “Il bancomat via dal Monte” e ancora l’amministratore delegato del gruppo Bassilichi; «Stiamo aspettando una risposta da agosto. Nulla si muove. I tempi si sono allungati a dismisura e l’accordo non c’è. Non è possibile andare avanti così e, quindi, abbiamo deciso di prendere una strada diversa».
 
Il taglio delle sedi Un allentamento, quello di Bassilichi da Siena, che pare essere evidenziato anche dalla riduzione delle sedi da 11 a 4 di cui solo una destinata a rimanere in Toscana delle 5 attualmente presenti a Firenze, a Pisa e 3 nel territorio senese. In cantiere una sola struttura moderna, probabilmente tra Firenze e Siena, con un campus, un asilo nido e impianti sportivi. Nella zona di San Martino, nel comune di Monteriggioni a dire il vero, ma in quella cintura di territorio molto senese, c’è la sede legale. Sarà anche per il futuro?
 
L’intervento della Fiom Sul distacco di Bassilichi da Siena e dal Monte dei Paschi, nel silenzio di una città alle prese con le con le crisi economiche e identitarie, è intervenuto quest’oggi il segretario della Fiom Cgil Marco Goracci: «A pochi giorni di distanza dal reiterato monito dell’AD del Monte dei Paschi di Siena rivolto ai sindacati dei bancari affinchè questi abbandonino qualsiasi resistenza pregiudiziale in merito alla preannunciata volontà di esternalizzare i servizi di back office, il più accreditato soggetto imprenditoriale a cui tutti davano per certa la cessione di dette attività – Bassilichi – ha pubblicamente dichiarato di aver perso qualsiasi interesse all’operazione, vista l’incertezza decisionale che sta caratterizzando, nello specifico, le vicende di quello che è stato il terzo gruppo bancario italiano».
 
Una tattica aziendale sulla pelle degli futuri esternalizzati «Pura tattica contrattuale per imprimere un’accelerazione alla vicenda – scrive ancora Goracci – , o davvero la Bassilichi si vuole sgangiare dalla “Banca”, liberandosi gradualmente da quello stretto legame che nel tempo – a loro dire – ne ha limitato i movimenti e l’autonomia progettuale? Secondo quanto esplicitato direttamente dai massimi vertici della Bassilichi durante l’incontro avuto lo scorso 31 ottobre con FIOM CGIL e FIM CISL, l’Azienda è obbligata ad incamminarsi verso una decisa ristrutturazione organizzativa ed una parziale riconversione di attività. Il fulcro del restyling sarà dato da una presenza preponderante di investimenti nel settore della monetica, settore sul quale l'azienda punterà gran parte delle proprie risorse, confidando nel breve periodo in un deciso e verticale sviluppo dei pagamenti elettronici tramite POS ed @-commerce. Al contempo le attività attualmente svolte dirette alla gestione fisica della sicurezza delle filiali bancarie, compreso vigilanza e trasporto valori, ridurranno sensibilmente – forse fino a scomparire – il loro impatto sul fatturato finale. Così come le attività di back office saranno completamente rivisitate, in una logica proiettata alla ricerca di una maggiore redditività rivolta ad un mercato aperto, dove la “Nuova Bassilichi” vorrà qualificarsi e differenziarsi, per esempio, dalle tante aziende attualmente in circolazione che offrono servizi di puro call center».
 
Il vincolo Fises «Non sfuggirà a nessuno che quest'ultimo aspetto (la dismissione da Fises ndr) avvalora le intenzioni dichiarate di volersi allontanare dall'ambito provinciale, essendo quello con la Fises (finanziaria costituita da Fondazione MPS, Camera di Commercio, Amministrazione comunale e provinciale di Siena) il vero legame notarile fra la Bassilichi e Siena in senso lato; il vincolo che obbliga le aziende partecipate da Fises ad avere sede legale e operatività principale sul territorio senese. La dichiarazione più dirompente che conferma la volontà “migratoria” da Siena è stata quella di voler concentrare tutte le attività attualmente svolte in Toscana in un unico luogo, che, per non far torto a nessuno, dovrebbe – secondo quanto dichiarato dallo stesso AD di Bassilichi – essere collocato a metà strada tra Siena e Firenze. Come dire che pur di avvalorare e confermare l'intenzione di recidere quel cordone ombelicale con MPS, dal quale la Bassilichi ha tratto negli ultimi 10 anni vitale nutrimento, anche la distanza fisica dalla “Rocca” dovrà essere intesa come un segnale inequivocabile. Potranno Bassilichi e MPS, nel breve periodo, fare a meno l'una dell'altra?»
 
Altre sorprese all’orizzonte per i dipendenti «I dettagli del piano industriale predisposto dalla Bassilichi per i prossimi cinque anni vedranno la luce il prossimo 22 novembre. Quali altre sorprese si dovranno aspettare i lavoratori? Dipendenti, è il caso di ricordare, che in misura non trascurabile hanno trovato un'occasione di lavoro all'interno della Bassilichi anche grazie a quel “Sistema Siena” che giorno dopo giorno si sta sempre più sgretolando, sistema basato su equilibri non sempre rispondenti al “merito”, dal quale la Bassilichi sembra voler prendere oramai le distanze».
 
Lavoratori, siate pronti ai cambiamenti «La FIOM CGIL di Siena – conclude la nota di Goracci -, evitando accuratamente di buttarsi nella mischia campanilistica che potrebbe alimentare storiche riedizioni in salsa moderna delle “tenzoni” fra Siena e Firenze, concentrerà i propri sforzi nel limitare l'eventuale disagio che i lavoratori si dovessero trovare ad affrontare, semprechè l'azienda non intenda in forma surrettizia indurre gli stessi lavoratori – e in misura maggiore le lavoratrici – a fare, ob torto collo, altre scelte».

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