5.500 esuberi, di cui 4800 attraverso l’attivazione del fondo di solidarietà e 600 filiali da chiudere. Sono questi alcuni dei numeri del piano di risanamento di Banca Mps, a cui ieri la Bce ha dato il via libera e illustrato agli analisti oggi dall’ad Marco Morelli.

L’ad Morelli: «Processo lento ma non c’è piano B» «E’ una svolta importante, una pietra miliare che mira a ripristinare un percorso di crescita per Mps» ha spiegato Morelli aggiungendo che «sarà un processo lento, non ci saranno cambiamenti immediati». Un piano che deve funzionare perché come ha sottolineato l’amministratore delegato «non c’è un piano B. Acquisizioni, fusioni, soluzioni strategiche sono una cosa che spettano agli azionisti. Il management sarà concentrato sul raggiungimento dei risultati. Sono fiducioso che il piano sia fattibile». «Quello che il management di questo gruppo ha passato in questi mesi è senza precedenti: abbiamo vissuto in una specie di pronto soccorso, che ha dovuto affrontare emergenze ogni cinque minuti. La banca ha reagito benissimo, agendo nel modo migliore e in maniera efficace. quello che ha vissuto la banca è una cosa mai sentita – ha spiegato Morelli – anche rispetto alla pressione dei media, del mercato, dei concorrenti, che hanno tratto vantaggio dalla nostra situazione. Ora Mps cammina sulle proprie gambe».

In programma 500 nuove assunzioni Delle 5.500 uscite, 450 sono legate alla cessione-chiusura di attività, 750 derivanti da turnover fisiologico. Previste poi circa 500 nuove assunzioni. Il piano di uscite determinerà costi straordinari per circa 1,15 miliardi complessivi nell’arco del piano. Nel piano è prevista l’ulteriore ottimizzazione delle altre spese amministrative, che scenderanno del 26% (da circa 0,8 miliardi nel 2016, a meno di 0,6 miliardi di euro nel 2021) e qualificheranno la banca tra i migliori operatori del settore in termini di gestione e ottimizzazione dei costi. Il lancio di un programma digitale di gruppo, grazie ad investimenti infrastrutturali di tipo tecnologico e facendo leva sulle capacità sviluppate da Widiba, consentirà di ridurre l’assorbimento di risorse: su processi ‘manuali’ dal 34% del 2016 a meno del 20% nel 2021.

Sindacati soddisfatti: «Nostra richiesta esaudita» E mentre domani, a Siena, in seduta plenaria il piano di risanamento sarà illustrato ai sindacati, oggi l’Uilca attraverso il suo segretario generale Massimo Masi ha precisato che «nei 4.800 esuberi citati dalla banca sono inclusi anche i 600 già usciti a maggio, gli esuberi reali sono quindi 4.200». Soddisfatti Fisac Cgil e Fabi: «La nostra richiesta era quella di poter affrontare la partita sugli esuberi solo con il fondo di solidarietà su base volontaria, è stata esaudita visti i numeri di cui si parla» ha detto Antonio Damiani (Fisac Cgil). «È evidente che la situazione del Monte si avvia con questo piano, ci auguriamo in maniera definitiva a uscire dal tunnel» è stata la dichiarazione di Franco Casini della Fabi. «C’è un messaggio che deve passare chiaro e deve tranquillizzare i colleghi, non ci saranno licenziamenti e chi entrerà nel fondo lo farà su base volontaria».

Il monito di First Cisl: «Sulle uscite estere avremo un problema» A gettare un’ombra su tutto l’ottimismo manifestato, la First Cisl secondo cui «sull’estero avremo un problema». Le 450 uscite legate alla cessione e chiusura attività, infatti, corrisponderebbero ai dipendenti delle filiali estere: «All’estero non esiste il fondo esuberi come noi lo concepiamo e come lo stiamo usando in Italia su base volontaria anche in questo piano» dichiara Sara Barberotti della segreteria generale First Cisl.

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