Monica Sarti
Monica Sarti
Monica Sarti

In un periodo storico in cui mancano le certezze e le parole chiave che i media dettano come agenda quotidiana sono incertezza e paura, esiste un angolo di paradiso nel mondo della moda che fa della qualità e dell’affidabilità il proprio marchio di fabbrica. Le sciarpe, i foulard e tutti i prodotti dell’azienda Faliero Sarti li riconosci subito perché sono quel calore che al tatto, ma anche all’olfatto, ti donano quella sicurezza che trovi soltanto quando sei a casa tua. E pensare che Monica Sarti passa pochissimo tempo fra le propria mura domestiche, tanto che quando la si incontra presso il suo stand a Pitti Immagine in corso di svolgimento alla Fortezza da Basso, quasi ci scherza su. «Lascerò un giorno a casa una mia foto in bella mostra perché mio figlio non si dimentichi di me», sorride la donna che vuole metterci la faccia sia nelle cose che fa, che nei rapporti con clienti e visitatori del suo negozio, che ormai la considerano una di famiglia, che incrociandone gli occhi non possono che farsi contagiare dal suo amore per quello che fa.

Faccia a faccia con i clienti «Ormai ho talmente un feeling con i nostri clienti che mi sento parte del loro vivere e loro con me – racconta Monica Sarti, una vita per il suo amore, il mondo tessile, che è diventata ben presto tradizione –. Alla fine riuscire a rispettare il proprio dna, le proprie tradizioni, è quello che ti permette di dare un valore aggiunto alle cose. L’Italia è amata, conosciuta e per certi versi anche segnata, in termini positivi, per il suo saper fare. Per cui il manifatturiero vero, secondo i canoni tradizionali, alla fine ha portato chi non si è spostato dai propri valori, a non perdere clienti, ma anzi a dimostrare solidità. C’è chi ha deciso che la via giusta era abbassare i prezzi, e quindi inevitabilmente a far calare la propria qualità. Noi siamo sempre stati coerenti con i nostri prezzi, che non sono economici, però non abbiamo mai messo in secondo piano la qualità e questo è stato riconosciuto dal mercato che ci ha dato soddisfazione nel tempo».

La quattro giorni a Pitti Uomo A Monica Sarti non si può non chiedere un bilancio di questo Pitti trasformato, nel calendario, con spostamento di una settimana rispetto esattamente ad un anno fa, e nei messaggi che dalla Fortezza da Basso sono partiti in questo inizio 2015: in sostanza Made in Italy uber alles. «E’stato assolutamente determinante lo spostamento dello svolgimento della kermesse perché prima di tutto si è assistito finalmente ad una collaborazione fra Firenze e Milano, il che vuol dire dare respiro al cliente e far funzionare la fiera – ha aggiunto Monica Sarti -. Inoltre ‘Bread and Butter’ ha annullato la sua manifestazione e questo ha fatto si che tanti di quelli che erano abituati ad andare a Berlino abbiano scelto Pitti».

L’Italia e il mondo L’edizione numero 87 della manifestazione fiorentina della moda è la seconda consecutiva che vede Matteo Renzi, sindaco uscente della città, diventato premier. Monica Sarti ha sempre riconosciuto nell’uomo nativo di Rignano sull’Arno, la persona giusta per contribuire a dare la sferzata giusta al Paese ,anche e soprattutto sul terreno del Made in Italy, ed ancora di più sul fronte del benfatto in Toscana. «Sicuramente menti e bocche nuove aiutano il nostro paese, sotto tutti i punti di vista. Siamo ancora condizionati purtroppo dai vecchi modi di pensare. Ormai non si parla più di Italia, ma di mondo. Non si deve pensare più alle province ma ad un linguaggio globale. L’internet e l’on-line ci fanno vedere quanto è importante parlare a livello globale. Una figura come Matteo Renzi garantisce secondo me la crescita non solo italiana all’aggiornamento di un certo modo di fare, ma anche allo sviluppo di tanti aspetti a Firenze. Lui ci consente un occhio attento sulla nostra città, ripetendo quanto era accaduto in passato per Milano o Roma. Il suo è un nuovo modo di pensare: è un uomo di 40 anni, con un’esperienza comunque fresca e non troppo condizionata da regole che hanno portato l’Italia ad essere in passato un po’ impacchettata».

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