FIRENZE – Le parole questa volta stanno a zero. La multiutility Toscana potrebbe vedere presto la luce.

Il progetto iniziale prevederebbe una fusione tra Alia (azienda pubblica che gestisce i rifiuti), Consiag (società di 23 comuni con partecipazione pesanti in Estra e Publiacqua), Publiservizi (holding di 35 Comuni) e Acqua Toscana (costituita dalle amministrazioni comunali per raccogliere le loro parteicpazione azionarie di maggioranza in Publiacqua). L’atto è già stato approvato dai consigli di amministrazione delle quattro società. Sessantesei comuni coinvolti: Firenze, Prato, Empoli e Pistoia i più grandi. Ma l’obiettivo finale è costruire una vera multiutilities regionale per la gestione di tutti i servizi pubblici: non solo acqua e rifiuti, ma anche gas ed energia elettrica (ovvero Estra e Toscana Energia).

“La Regione – ha affermato il presidente toscano Eugenio Giani – non ha competenze su questo tema: l’operazione sta in capo alle amministrazioni comunali. Ma per la Toscana tutta diventa un elemento di grandissimo significato avere una multiutility di dimensione regionale. Non possiamo dunque che sostenere e guardare con grande simpatia a questo progetto, che vede collaborare assieme amministrazioni di colore diverso, di centro destra, di centro sinistra e civiche, per far sì che la Toscana non diventi terra di conquista di soggetti esterni, per offrire a cittadini ed imprese servizi migliori con prezzi più contenuti e per reinvestire i dividendi sul territorio”.

La nascitura Multiutility toscana, secondo la proposta di piano presentata, sarà la holding, interamente pubblica, che coordinerà le partecipazioni nelle società operative: ovvero Alia OpCo (e Publiacqua 57,6 per cento), ma anche Estra (39,6%), Acque spa (19,3%) e Toscana Energia (31%).Un piano con due condizioni – un progetto aperto, senza soci di serie A o di serie B, lasciando alle amministrazioni che oggi non ne sono parte il tempo per decidere se entrarvi –  e cinque capisaldi e vantaggi, riassunti e richiamati un po’ da tutti i sindaci intervenuti stamani:  controllo pubblico blindato (almeno il 51 per cento), più risorse per maggiori investimenti (un miliardo di euro già all’inizio, un miliardo e mezzo a regime), duemila posti di lavoro in più, raddoppio dei dividendi e quindi più soldi a disposizione dei Comuni per gestire i servizi ai cittadini (scuole ed anziani, ad esempio), la prospettiva infine di tenere sotto controllo l’aumento delle tariffe.

Se il progetto riceverà il via libera dai consigli comunali, nel 2023 la società potrebbe già quotarsi in borsa. La nuovo multiutility, già solo con il nucleo di partenza, sarebbe il quarto o quinto gruppo a livello nazionale, con 72 milioni di euro di benefici (solo per acqua e rifiuti) dalle prime sinergie orizzontali, 700 milioni di ricavi e 171 di investimenti.

Un progetto che è stato bollato come “poltronificio” da Marco Stella, consigliere regionale di Forza Italia. “L’accelerazione a cui stiamo assistendo per costituirla, è incomprensibile, se non per evidenti motivazioni politiche: consigliamo a Giani di prestare attenzione – ha aggiunto il consigliere, questo è uno strumento per candidare il sindaco di Firenze, Dario Nardella a governatore nel 2025″.

Più sfumata la posizione del sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi: “Questa mattina ho ribadito due posizioni già espresse dal Comune di Pistoia, due vincoli per noi non superabili: che la maggioranza sia saldamente nelle mani pubbliche, con la previsione di paletti strettissimi che non permettano il passaggio ai privati e, secondo, che non si scordi mai l’obiettivo finale, ovvero avere servizi migliori a costi inferiori per la collettività, cosa che ad oggi non avviene”.

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