FIRENZE – “Uno scandalo assoluto”. Matteo Renzi, salvo rare eccezioni, non è uomo da mezze misure. Anche a costo di rimetterci personalmente.

Figuriamoci poi se di mezzo c’è la giustizia e un processo, quello seguito all’inchiesta Open, che lo vede tra gli imputati. “La suprema corte per cinque volte ha spiegato che l’operato dei magistrati di Firenze ha infranto le regole e ciononostante siamo qua”, ha detto il leader di Italia viva al termine dell’udienza preliminare del procedimento che coinvolge altre 10 persone. “Ho fatto il presidente del Consiglio dei ministri e rispetto le istituzioni – ha detto Renzi- : per anni saremo qua. Ho visto i pm di Firenze (tra i quali il magistrato del caso Rossi, Antonino Nastasi, ndr) violare la Costituzione, la legge e mi auguro che non abbiano violato la Cassazione mandando al Copasir il materiale che era stato sequestrato a Carrai: sarebbe l’ennesimo sfregio alle istituzioni. Questa vicenda tra qualche anno sarà nei manuali di cronaca giudiziaria come uno scandalo assoluto”. L’ex premier, che ha annunciato di aver scritto un libro su questa storia, ‘Il mostro’, ha quindi evidenziato: “C’è un collegio difensivo di altissimo livello,  avvocati straordinari, agevolati dalla Cassazione che è stata la prima a sbriciolare l’impianto accusatorio della procura di Firenze”.

Secondo la procura fiorentina, la Fondazione Open, organizzatrice della Leopolda, era esclusivamente funzionale all’attività politica di Renzi e del Giglio magico, operando di fatto come articolazione del Pd renziano. Le accuse, a vario titolo, vanno dal finanziamento illecito ai partiti alla corruzione.

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