Alessandro Profumo, presidente di banca Mps, è stato rinviato a giudizio, quando era ad di Unicredit, per «dichiarazione fraudolenta dei redditi aggravata dall'ostacolo alle indagini».

Il processo a ottobre La notizia è arrivata da Milano dove il Giudice dell’udienza preliminare, Laura Marchiondelli, ha disposto il processo per Profumo e altri 19 manager della banca di piazza Cordusio. Per tutti, il processo prenderà il via il prossimo 1 ottobre davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano. Secondo l'ipotesi accusatoria formulata dal procuratore aggiunto, Alfredo Robledo, Profumo si sarebbe reso protagonista di una maxi frode fiscale del valore di 245 milioni di euro.

L’accusa di «disegno criminoso» In particolare, gli indagati avrebbero 'travestito' gli utili in dividendi, beneficiando così di un'imposizione fiscale più leggera. In pratica l’accusa è di aver ordito un «disegno criminoso» al fine di evadere le imposte sui redditi e cagionando un danno patrimoniale di rilevante gravità.

«Correttezza mio operato» Il primo commento a caldo l'attuale presidente di banca Mps, Alessandro Profumo, lo rilascia alle agenzie dichiarandosi totalmente certo della «correttezza del suo operato» e ribadisce la piena fioducia nella Magistratura. «Capisco – dice Profumo – che il Giudice per l’Udienza Preliminare non è il Giudice del merito e quindi aspetto fiducioso ed impaziente il giudizio pubblico, certo come sono della correttezza di ogni mio operato e che non potrà quindi che essere riconosciuto come tale. In questo modo si porrà anche fine al danno di reputazione che sto di fatto, inevitabilmente, pur ingiustamente, subendo».

A novembre il sequestro La notizia di Profumo indagato risale al novembre scorso quando il Tribunale di Milano ordinò il sequestro di 245 milioni ad Unicredit, quantificati come il profitto del reato di presunta evasione fiscale che sarebbe stato commesso dalla banca tra il 2007 e il 2008 attraverso l’operazione di finanza transnazionale cosiddetta “Brontos”. L’attuale presidente di banca Mps è coinvolto in quanto gli viene contestata l’ipotesi di dichiarazione fiscale fraudolenta per aver «ha apposto la propria sigla sulle relative ed articolate richieste di approvazione dell’investimento». Nel provvedimento del giudice si legge anche che «dall’esame complessivo degli elementi (…) emerge con tutta evidenza che l’operazione (…) risultò posta in essere dal gruppo Unicredit esclusivamente al fine di conseguire un vantaggio tributario del tutto indebito».

I dubbi di Mancini Profumo è diventato presidente di Banca Mps il 27 aprile scorso. È stato fortemente voluto dal sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, mentre il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, azionista di riferimento della banca, aveva espresso dubbi proprio in ragione di questa pendenza giudiziaria. E per questo motivo non aveva partecipato al voto della deputazione al momento delle nomine. Ma Ceccuzzi aveva resistito e vinto il braccio di ferro.

Oggi in cda di parla di Biverbanca Non c’è pace per la banca più antica d’Italia. Oggi, intanto, a Rocca Salimbeni, è convocato il cda che dovrebbe iniziare una verifica sulle offerta arrivate per Biverbanca, l'istituto biellese che il Monte ha messo in vendita per reperire una parte delle risorse necessarie a coprire le richieste dell'Eba. Ma non c’è dubbio che si parlerà anche della vicenda di Profumo.

Articolo precedenteSolidarietà in un pezzo di Parmigiano “terremotato”. Il Consorzio Agrario Siena e Arezzo aiuta l’Emilia
Articolo successivoVolano stracci democratici. A Siena è scontro aperto tra “dissidenti” e sindaco. Ceccuzzi: «Paura che mi ricandidi»