32 casi di discriminazione sul lavoro seguiti durante il 2011, per i due/terzi provenienti dal settore privato e principalmente da aziende oltre i 50 dipendenti. Tra gli episodi denunciati quelli di molestie e stalking, pari al 28% del totale, in deciso aumento rispetto agli scorsi anni, e le problematiche legate alla maternità (22%). Sono i numeri della relazione annuale della Consigliera di Parità della Provincia di Firenze, Maria Grazia Maestrelli. Anche per il 2011 i casi seguiti riguardano per la totalità donne (ma l’attività della Consigliera di Parità si rivolge a persone di entrambi i sessi) e a livello numerico si registra una sostanziale parità rispetto al 2010, quando gli episodi affrontati sono stati 35. La fascia di età prevalente dei soggetti coinvolti è quella fra 31 e 40 anni (55% del totale), anni in cui si concentrano per la maggior parte le controversie legate a maternità e flessibilità.

I casi nel dettaglio Nel corso del 2011 si sono riscontrate 7 situazioni relative a problematiche connesse alla maternità, 3 a cessazione o sospensione del rapporto di lavoro, 4 a problemi di flessibilità. 5 casi riguardano penalizzazioni nella progressione di carriera e nella retribuzione, mentre 2 sono legati all’accesso al lavoro. Un dato preoccupante emerge dai 9 episodi di molestie – verbali o fisiche – e stalking, i quali, sommati ai 2 casi di mobbing, costituiscono un evidente segnale dell’inasprimento in atto nei rapporti di lavoro e delle tensioni a cui sono esposte le donne che hanno un impiego. Fra le questioni associate alla maternità, 4 derivano da provvedimenti penalizzanti al rientro dal congedo, tra cui un ordine di trasferimento verso una sede di lavoro extraregionale. I problemi di flessibilità sono invece dipesi da cambi di turnazione inconciliabili con le esigenze familiari delle lavoratrici.

Il commento «Se da un lato la crisi economica continua a ripercuotersi in varie forme sull’occupazione femminile, dall’altro, la costanza nel rivolgersi alla Consigliera mostra la volontà di reazione che le donne possiedono, perché non intendono rassegnarsi a un ruolo marginale nel mondo del lavoro – commenta Maria Grazia Maestrelli, Consigliera provinciale di Parità – Siamo convinti che gestire la diversità femminile come opportunità per l’azienda rappresenta una delle chiavi per garantire innovazione, cambiamento e permanenza sul mercato. In questo senso, quindi, la questione delle pari opportunità non è solo un dovere morale nei confronti delle donne, ma un interesse di tutta la società».

In consiglio provinciale L’intervento della Consigliera ha permesso la conclusione positiva di 20 casi, di cui 6 tramite conciliazione o accordo con il datore di lavoro. Le altre situazioni sono state risolte tramite consulenza – come rilascio di pareri legali o verifiche sulla normativa contrattuale – o incontri informali con le aziende interessate. Sono 11 i casi ancora in corso, 3 dei quali avviati a giudizio, mentre una situazione si è chiusa a seguito di sentenza del tribunale. Tre, infine, i casi relativi ad anni precedenti chiusi nel 2011 tramite conciliazione. Importante sottolineare anche il numero delle 6 straniere che si sono rivolte all’Ufficio della Consigliera di Parità: indice della consapevolezza che si sta diffondendo anche fra le lavoratrici non italiane sulla difesa dei propri diritti.

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