Regione e sezione toscana dell’Anci, associazione nazionale dei comuni italiani, continuano a sostenere che la semplificazione introdotta con la manovra estiva non può essere applicata all’edilizia, ma solo all’avvio dell’attività di impresa. La Regione Toscana ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la Legge 122/2010, che ha convertito il Dl 78/2010 varato in estate per la stabilizzazione finanziaria e la competitività economica. Secondo la Regione l’articolo 49 comma 4 bis della legge sarebbe incostituzionale perché, prevedendo la sostituzione della Dia con la Scia ovunque ricorra, cioè anche nelle leggi regionali, andrebbe a ledere l’autonomia legislativa delle regioni. Il legislatore statale – spiega l’avvocatura regionale – non può sostituire direttamente norme delle leggi regionali senza concedere tempi di adeguamento. L’estensione della Scia al settore dell’edilizia violerebbe anche le attribuzioni della Regione in materia di governo del territorio, sancite dal terzo comma dell’articolo 117 della Costituzione, non consentendo un efficace controllo sull’attività urbanistico-edilizia.


Scia – La Segnalazione certificata di inizio attività, è stata introdotta dalla manovra come semplificazione procedurale da utilizzare per l’avvio delle imprese in sostituzione alla Dia, Dichiarazione di inizio attività. La formulazione della norma ha subito suscitato perplessità su una possibile interpretazione estensiva e applicazione all’edilizia, tanto da generare procedure differenziate e talvolta parallele sul territorio nazionale. Mentre alcuni comuni avevano iniziato subito ad accettare le Scia, altri continuavano a richiedere la Dia o ammettevano entrambe le tipologie di domanda. A risposta delle numerose richieste di chiarimenti è intervenuta la nota emanata il 16 settembre scorso dal Ministero per la semplificazione normativa, che ha confermato l’applicazione della Scia all’edilizia senza prevedere la sostituzione automatica della Dia.


Il recepimento – Per semplificare il processo interpretativo e giungere a un procedimento definitivo e condiviso la Commissione Infrastrutture e Lavori pubblici dell’Anci nazionale ha chiesto di recepire l’istituto della Scia all’interno del Dpr 380/2001. La Commissione ha lamentato una maggiore farraginosità e incertezza del sistema, che ha messo in difficoltà gli enti locali. Nei prossimi giorni è previsto quindi l’invio di una lettera ai Ministeri per la Semplificazione normativa, Pubblica Amministrazione, Infrastrutture, Economia e finanze e alle commissioni competenti.


Firenze

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