“Sono tutti preoccupati per lo stato delle finanze pubbliche di tutti i paesi. Adesso c’è questo stato di fibrillazione in Grecia e quindi chi si occupa di rating si preoccupa di non rimanere con “il cerino in mano” e di andare a verificare quindi cosa succede in paesi che hanno un’immagine “più debole” rispetto ad altri. L’Italia ha questa immagine quindi le società di rating vanno a verificare i conti dello stato, delle regioni e dei comuni nelle pubblica amministrazione”. Con queste parole Angelo Riccaboni, rettore dell’Università di Siena, ha commentato la notizia in cui si rendeva noto che Moody’s, agenzia mondiale di rating, aveva messo sotto osservazione i conti di 23 fra regioni, province e città italiane per un possibile downgrade.


La decisione – Secondo l’agenzia, la decisione avrebbe fatto seguito alla messa sotto osservazione del rating sovrano dell’Italia venerdì scorso. Ad essere interessate le province autonome di Trento e Bolzano, la Basilicata, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia, le Marche, la Sicilia, la Toscana, l’Umbria e il Veneto; le province di Arezzo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Torino;  le città di Bologna, Firenze, Milano, Siena, Venezia e la Cassa del Trentino e Finlombarda. “Non mi preoccuperei più di tanto, si tratta di un’inevitabile situazione dovuta ad un effetto domino che si può generare. Per quanto riguarda la Grecia mi auguro che il piano dell’Unione Europea venga attuato e che la stabilità dell’Italia venga confermata e questi allarmi possano rientrare”.


L’Italia cosa rischia? – “L’Italia ha dei grossi debiti pubblici come totale – ha proseguito Riccaboni -, abbiamo risposto meglio sul rapporto deficit annuale-pil, vorremo che le manovre fossero più razionali e non di tagli lineari però in questo momento siamo abbastanza in linea con le aspettative.  Quindi se non succedono cose particolari dovremo riuscire a farcela, augurandosi appunto che se ci dovranno essere dei tagli, questi siano ponderati e fatti in maniera tale da focalizzarsi sullo sviluppo”.


E la Toscana? – “La Toscana è come le altre regioni – Conclude il rettore dell’ateneo senese -, se si pensa che il sistema stia scricchiolando si vanno a verificare tutte le situazioni. Noi non dobbiamo scricchiolare. Dobbiamo rispondere in maniera forte da far svanire tutte queste preoccupazioni”.


AF – Siena

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