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Ernesto Campanini

Un argomento che vale più di una semplice risposta, i rifiuti e la loro gestione, alla luce della recente inchiesta che ha decapitato due società, Sienambiente e Sei Toscana, e che può diventare l’ennesima pietra dello scandalo. Dietro l’interrogazione urgente al sindaco di Siena, Bruno Valentini, firmata da quattro consiglieri comunali di opposizione, infatti, si nasconde ben altro, due, o forse più, modi di intendere i servizi a rete e il rapporto con i cittadini e la politica in generale. Intanto, due dei principali indagati (Andrea Corti, ex dg di Ato, e Eros Organni, ex ad di Sei Toscana) ieri di fronte ai magistrati avrebbero preferito avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti, mentre Marco Buzzichelli (ex ad di Sienambiente) avrebbe risposto per due ore.

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Marco Falorni

Siena si costituirà parte civile? L’interrogazione presentata questa mattina da Ernesto Campanini (Sinistra per Siena), Andrea Corsi  (L’Alternativa), Massimo Bianchini (L’Alternativa), Marco Falorni (Impegno per Siena), mira, infatti, a “stanare” il primo cittadino che in questi giorni di grande clamore ha

preferito il silenzio. Reduce dalla sua vicenda giudiziaria che lo ha visto assolto (leggi), Valentini, nella giornata dell’arresto del direttore generale di Ato Toscana Sud, Andrea Corti, si era limitato ad esprimere «preoccupazione per garantire la continuità aziendale per un servizio che non può essere interrotto». Oggi, i consiglieri comunali uniti gli chiedono conto di come intenda «tutelare l’interesse dell’intera comunità» e semmai «costituire il Comune di Siena come parte civile», ben sapendo che il sindaco di Grosseto, Antofrancesco Vivarelli Colonna si è già espresso in questo senso proprio su queste colonne e ad agenziaimpress.it il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, che è anche presidente  dell’assemblea dell’Ato ha espresso per il momento riserve.

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Andrea Corsi

La figura del neo direttore L’interrogazione chiede, poi, a Valentini «se intende verificare la disponibilità del direttore di Ato Toscana Sud a rassegnare le dimissioni o a verificare se sussistano eventuali possibilità di revoca dell’incarico», alla luce delle recenti critiche del Movimento 5 Stelle che a proposito del neo direttore, Enzo Tacconi, nominato venerdì scorso al posto di Corti dall’assemblea dei sindaci dell’Ato, richiamano il “principio di precauzione” nel caso di un futuro coinvolgimento nell’inchiesta. Si apre poi alla politica la terza domanda che riguarda i rapporti con la Regione Toscana e si chiede l’opinione del primo cittadino in riferimento alla «proposta del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi di costituire un unico Ato regionale» e cosa pensa «dell’attuale gestione delle società che gestiscono il ciclo dei rifiuti e se intende prendere in considerazione nuove forme di gestione sulla raccolta e smaltimento».

L’interrogazione è urgente ma le risposte, immaginiamo, meritano una grande riflessione. E il sindaco difficilmente potrà cavarsela dicendo, come ha già detto a caldo, che «per noi soci, che non avevamo idea che ci potessero essere dei sospetti, la gara era regolare, anzi ne eravamo assolutamente orgogliosi visto il primato sul Paese». Al primato, infatti, è subentrato lo scandalo, mentre le tariffe per i cittadini salivano e le quote di differenziata diminuivano.

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