rifiutiDa una verifica effettuata su un Comune medio della provincia di Siena sarebbe emerso che il costo della raccolta e dello smaltimento pesa sulla tariffa complessiva solo per il 20 per cento, mentre la restante percentuale di costo sarebbe composta da “costi generali” oppure “diversi” o “altri costi”. Anche alla luce di questo elemento i socialisti senesi del Psi, chiedono con un documento ad Ato Toscana Sud, ente regolatore del servizio, e Sei Toscana, la società che gestisce il servizio a partire dal 2014, di “spiegare ai Comuni e direttamente ai cittadini, in modo analitico, cosa viene chiesto loro di pagare in bolletta”. Una patata bolente che si aggiunge alle altre in vista dell’assemblea convocata da Ato Toscana Sud per domani (lunedì 22 dicembre) a Siena con tutti i 103 comuni senesi, grossetani e aretini. In quella occasione i Comuni saranno chiamati a votare anche la delibera per il corrispettivo per il servizio di ambito, che prevede un aumento del costo (e di conseguenza delle bollette) progressivo e spalmato su quattro anni, così come anticipato nei giorni scorsi da agenziaimpress.it.

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Riunione del Psi di Siena

“Praticamente – dicono i socialisti – per ogni euro pagato da un utente solo 20 centesimi sono relativi al servizio dei rifiuti, mentre i restanti 80 centesimi sono da considerare come “altri costi”; e così su un totale di 1,1 mln di euro che deve pagare il Comune analizzato, solo 227 mila euro sono il costo reale per la raccolta e lo smaltimento, mentre il costo netto della raccolta differenziata è pari a circa 121 mila euro, servizio svolto peraltro solo in alcune zone del Comune. Le altri voci di costo del servizio, sembrano essere composte da costi indefiniti o impropri, tra cui 361mila euro di cosiddetti “costi generali”; 40mila euro di “costi diversi”; 33mila euro di “altri costi”. Addirittura la voce “ammortamenti” “pesa sulle tasche dei cittadini per 211 mila euro (praticamente l’acquisto di un camion all’anno), senza che venga specificato se si riferiscono ad ammortamenti fiscali o civilistici”. “Ma la voce più incredibile – continua il documento del resoconto del Psi -, oggetto anche di uno “strano” contenzioso fra la società Sei Toscana e l’ente regolatore AtoToscanaSud è relativa agli accantonamenti. Nei bilanci , infatti, gli accantonamenti sono una voce di costo presunto prudenziale non ancora maturato e senza certezza che maturerà, ma solo che potrebbe maturare. Così come la voce “remunerazione”, che sembra essere calcolata, in percentuale, su tutti i costi generali. Creando così l’assurdo risultato che più aumentano gli sprechi, più la società guadagna”.

A quanto risulta ai Socialisti i valori poco chiari di questo bilancio di Sei Toscana sembrano ammontare, nelle tre province, a circa 80 milioni di euro annui. I socialisti auspicano pertanto che “ai cittadini sia chiesto di pagare il costo minimo essenziale del servizio e che alla assemblea di AtoToscanaSud convocata per lunedì 22 dicembre prossimo, in cui verrà posto in approvazione il meccanismo di ripartizione del corrispettivo a livello comunale (quindi tra i cittadini dei vai Comuni), venga dettagliato il bilancio della società gestore del servizio in modo che siano evidenziato i costi di produzione e si proceda al taglio degli sprechi che in nessun caso possono essere fatti ricadere sui cittadini”.

Scarica documento Castelnuovo 19-12-2014

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