funghiI fondi del caffè non si buttano. Se le nonne ci hanno insegnato a usarli come concimi per le piante e rimedio naturale per allontanare le formiche, ora i bambini dimostrano che dai fondi del caffè possono nascere funghi commestibili. L’esperimento è tutto toscano e ha per protagonisti 190 bambini delle scuole primarie e secondarie di primo livello dell’istituto comprensivo ”Ilio Micheloni” di Lammari – Marlia (Lucca).

L’esperimento In quattro mesi gli alunni hanno riutilizzato più di 100 kg di caffè consumato nelle loro famiglie, che sono serviti per produrre Pleurotus Ostreatus, la terza specie di funghi più commercializzati in Italia grazie al progetto ”Dal caffè alle proteine” promosso dal Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori in collaborazione con l’istituto comprensivo ”Ilio Micheloni” di Lammari – Marlia e all’azienda Usl 2 di Lucca.

I funghi, dal “seme” al piatto I fondi del caffè sono stati utilizzati per preparare i kit, dal peso di 1kg l’uno, dal quale sono nati i funghi. E’ proprio l’oro nero a costituire la parte principale dei kit, visto che ne è il 90%, mentre il restante 10% è composto da strutturante, con una residua parte di micelio, cioè i ”semi” dei funghi. La caffeina costituisce un ottimo nutrimento per i funghi, facilitandone e accelerandone la crescita. Sia i fondi del caffè che i funghi prodotti sono stati analizzati da un laboratorio certificato dal Ministero della Salute, che ne attestano la completa commestibilità. Inoltre sono state realizzate delle analisi per descrivere il valore nutrizionale dei funghi coltivati. E’ risultato che 100g di Pleurotus Ostreatus hanno un energia di 77 kcal, sono ricchi di proteine (8,17 g) e di fibra alimentare (4,5 g) mentre sono poveri di grassi (0,18 g). Il progetto si è articolato in sette fasi: lezioni frontali in classe per studiare il ciclo biologico dei funghi; recupero dei fondo di caffè prodotto dalle famiglie e raccolto a scuola in locali dedicati per la coltivazione; lezioni frontali per capire le caratteristiche del fondo di caffè e come poter far crescere i funghi su questo substrato; controlli periodici nel locale adibito alla coltivazione, per studiare e vedere le diverse fasi di accrescimento del micelio fungino; coltivazione dei funghi nelle classi; realizzazione di un ricettario con piatti a base di funghi; degustazione delle ricette durante l’evento finale a Palazzo Boccella. Una volta nati tutti i funghi, i kit con i fondi del caffè hanno ancora una nuova ”vita”. Vengono infatti utilizzati alla scuola primaria di Marlia per il progetto ”Orto in condotta” promosso da Comune di Capannori, Slow Food Lucca-Compitese-Orti Lucchesi, Istituti comprensivi e l’associazione ”Scuola ti voglio bene comune”.

Mille idee per eliminare i rifiuti «A Capannori non si butta via niente. E’ questo il messaggio che in questi anni abbiamo trasmesso e condiviso coi cittadini – dichiara il vice sindaco Luca Menesini – Questo progetto innovativo e originale va proprio in questo senso, ovvero far meglio capire ai bambini e alle bambine l’importanza dei “rifiuti zero”. L’aspetto educativo ed ambientale trovano piena attuazione in ‘Dal caffe’ alle proteine’, che afferma anche un modello di fare scuola moderno e partecipativo, che si sta sempre più affermando nella nostra comunità». E Capannori non è nuova  aprogetti che mirano a cancellare ogni traccia di rifiuto. Proprio lo scorso anno le scuole hanno aderito al progetto “Moltiplicare pani e pesci va a scuola” (leggi).

Ogni adulto produce 75 kg di fondi di caffè all’anno «Sperimentare modelli che portino benefici ai cittadini e che conducano sempre più verso l’obiettivo rifiuti zero. E’ questo uno degli scopi con cui il Centro Ricerca Rifiuti di Capannori è nato – ha affermato il coordinatore Rossano Ercolini -. “Dal caffé alle proteine”, che è’ un’evoluzione del caso studio sulle capsule del caffé, ha fatto capire agli alunni e ai genitori come quello che si pensa essere uno scarto sia in realtà una rilevante risorsa per coltivare ottimi funghi dai quali ricavare proteine a basso costo. Se si considera inoltre che ogni persona adulta, in media, produce 75 chilogrammi di fondi di caffé all’anno, si comprende l’importanza di questo progetto, che, se esteso su larga scala, potrebbe avere molti benefici».

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