Una rete di professionisti dottori agronomi e dottori forestali “super specializzati” per gestire l’emergenza neve in Italia. E’ quello del Conaf, Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali ha messo a disposizione della Protezione civile e degli enti pubblici impegnati, in tutta Italia.

Valutazione rischi valanghe Tra le attività del dottore agronomo e del dottore forestale, infatti, anche quelle relative alla valutazione del rischio da valanga ed alla realizzazione di strutture antivalanga. «I professionisti iscritti ai nostri 92 Ordini – sottolinea Andrea Sisti, presidente Conaf – non sono solo chiamati a fare delle valutazioni di rischio di distacco, ma spesso sono chiamati a valutare l’esposizione a tale rischio di edifici e di infrastrutture, strade di montagna e piste da sci». Ma in tutto il territorio sono necessari interventi per la valutazione della stabilità delle piante e delle alberature poste in ambito urbano. E dopo le recenti ed abbondanti nevicati sul territorio nazionale, che in alcune regioni hanno assunto i connotati di eccezionalità, «i nostri iscritti, distribuiti in tutta Italia – spiega Fabio Palmeri, responsabile del Dipartimento Protezione Civile e Sicurezza sul Lavoro del Conaf -, attraverso il Conaf, che funge da coordinamento, rendono disponibile la propria professionalità per la gestione delle emergenze ed in particolare per quelle legate ai rischi collegati al manto nevoso. Stiamo predisponendo – aggiunge Palmeri – una lista dei professionisti specializzati nel settore che si sono resi disponibili per interventi in zone di pericolo che sono state individuate e segnalate. Ci mettiamo quindi a disposizione della Protezione civile e delle autorità impegnate nell’emergenza».

Il ruolo dell’agronomo Monitoraggio e messa in sicurezza di agglomerati urbani, viabilità, impianti sciistici ed infrastrutture in genere: «Di norma il nostro è un lavoro preventivo – afferma Graziano Martello, responsabile del Dipartimento Foreste ed Ambiente del Conaf -; soprattutto in zone con particolari caratteristiche geomorfologiche e vegetazionali, la difesa dalle valanghe è effettuata con opere o con procedure. In questa fase, purtroppo, constatiamo un dato oggettivo, ovvero una nevicata eccezionale in tutta Italia: c’è un rischio valanghe anche in zone non propriamente montane, causato appunto dalla presenza di una quantità inusuale di neve, che in condizioni di instabilità può provocare seri danni. Il problema di questi giorni è proprio l’eccesso di neve anche in zone che solitamente neve non ne hanno o ne hanno in modo insignificante. Il nostro contributo è quello di individuare le zone ad effettivo rischio ed eventualmente predisporre, in tempi brevi, la bonifica dei versanti con interventi di distacco artificiale».

I danni all’agricoltura Nell’Italia Centrale e Meridionale interventi di dottori agronomi per la valutazione dei danni anche sulle colture mediterranee, olivi, ortaggi,  a rischio sia per il carico delle neve che per le basse temperature raggiunte in questi giorni. «In Toscana – precisa Rosanna Zari vicepresidente Conaf, stiamo aspettando che la neve si sciolga per valutare eventuali danni alle piante di olivo, che in molti casi hanno lesioni visibili di scoscendimento della chioma, ma non sappiamo ancora quanto effettivamente il gelo abbia colpito le altre parti delle piante con danni graduali che possono andare dagli apici vegetativi con caduta delle foglie, o peggio ancora eventuali sollevamenti di corteccia sulle branche o sul tronco con “necrosi del cambio” con drastiche conseguenze per la vita dell’intera pianta. L’auspicio è che non si verifichino di nuovo gli effetti della famosa gelata del 1985 – conclude -, che cambiò in modo radicale il paesaggio agrario e l’olivicoltura di gran parte delle regioni centrali facendo scomparire gli olivi secolari sostituiti in pochi anni dai moderni impianti specializzati».

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