ROMA – «Chi vive in città è ad aumentato rischio di sviluppare malattie non trasmissibili come il cancro, il diabete e alcune malattie respiratorie, legate all’urbanizzazione».

Con queste parole il professor Francesco Dotta, delegato alla sanità dell’Università di Siena e direttore della Diabetologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, ha sintetizzato i concetti emersi dal “Manifesto della salute e benessere delle città”, un approccio integrato per  affrontare i temi di salute pubblica, convegno organizzato dall’intergruppo parlamentare “Qualità della vita nelle città – sport, salute e benessere in ambito urbano”, che si è tenuto a Palazzo Giustiniani a Roma.

«Vivere in città – aggiunge il professor Dotta – comporta dei rischi di aumento di malattie, tra cui il diabete: i rischi legati all’urbanizzazione sono più alti dei rischi biologici e di altri fattori ambientali. Per quanto riguarda il diabete, i rischi sono legati alla difficoltà di condurre una vita sana, a causa dell’assenza di spazi verdi, con un limitato esercizio fisico e con fattori che riguardano le classi sociali. Chi appartiene a classi sociali più povere è ad aumentato rischio di sviluppare il diabete: ciò è emerso ad esempio nella città di Roma, anche nelle fasce giovanili d’età, in controtendenza rispetto al passato quando il diabete di tipo 2 era una malattia che si sviluppava prevalentemente nella popolazione anziana».

Il convegno ha visto la collaborazione di Anci, Sport e Salute, Health City Institute, C14+, Federsanità, Istituto per la competitività I-COM e Fondazione SportCity. «L’obiettivo del manifesto che è stato presentato – conclude il professor Francesco Dotta – è quello di sottoporre all’attenzione della politica la progettazione e l’organizzazione delle città in modo che sia incentivato il benessere dei cittadini. Nel mio intervento mi sono focalizzato sull’esposoma, ovvero tutto ciò a cui viene sottoposto un individuo in città, non solo quindi all’inquinamento, ma anche la possibilità di svolgere attività fisica e fare una dieta sana, tutti fattori su cui possiamo intervenire».

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