violenza-donne_4.jpgLa mattina di Capodanno un ragazzo ucraino di 23 anni, Igor Skarhynets, ha salvato una ragazza a Firenze, mettendo in fuga l’uomo che l’aveva trascinata in un vicolo per violentarla. Adesso l’uomo che da 16 anni ha scelto di fargli da padre, dopo essere vissuto per molti anni con la madre del ragazzo, si appella alle istituzioni perchè lo aiutino a diventare cittadino italiano. «Mi piacerebbe che a questo ragazzo, che per me è come un figlio, venisse concessa la cittadinanza italiana per merito», afferma Silvano Gussoni, che si occupa di Igor da quanto aveva sette anni. Un affetto sopravvissuto anche alla fine della storia tra lui e la madre naturale del ragazzo, originaria di un paesino vicino Kiev, con la quale non si è mai sposato pur avendo avuto una relazione durata anni. «Ho sentito in passato di casi in cui persone che avevano fatto qualcosa di importante hanno ottenuto la cittadinanza per merito», spiega.

La ricostruzione di Capodanno La mattina di Capodanno, intorno alle 7, Igor stava passeggiando per Firenze. Aspettava il treno per Parma, dove vive e studia giurisprudenza. Mentre passeggiava in via Cerretani ha sentito grida di aiuto strozzate arrivare da un vicolo, si è girato e ha visto un uomo che prendeva a pugni una ragazza tenendola per il collo. Si è fatto coraggio e ha colpito l’uomo con un pugno sulla schiena, poi con un altro al volto, facendolo scappare. La ragazza se l’è cavata con tanta paura e un brutto taglio sulla testa: «Il mio ragazzo non è un atleta, ma l’adrenalina gli ha fatto venire la forza. Ha frequentato la scuola in Italia dalla prima elementare, è stato uno studente modello fin da bambino – dice il suo papà acquisito -.Sono orgoglioso di lui. A 17 anni ha iniziato a scrivere un libro fantasioso sulla storia di Atlantide, che gli piacerebbe pubblicare».

Figlio per il cuore Igor ha un permesso di soggiorno per motivi di studio, che scade ogni due anni. Prima di iscriversi a giurisprudenza avrebbe voluto frequentare l’accademia aeronautica, ma purtroppo non è stato possibile non avendo la cittadinanza italiana. «La prima volta che ci siamo incontrati aveva sette anni, non aveva avuto un padre, e mi è saltato in collo chiamandomi papà. Da allora è diventato mio figlio per il cuore».

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