PRATO – Un avvocato calabrese è il primo indagato per il presunto rapimento di Denisa Maria Adas.
La trentenne romena scomparsa la sera del 15 maggio dal residence Ferrucci di Prato, dove si trovava per incontrare clienti in qualità di escort. L’uomo, di 44 anni e originario di Reggio Calabria, ha ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di sequestro di persona, in concorso con altri soggetti ancora da identificare.
La svolta nelle indagini è arrivata dopo la testimonianza di un’amica di Denisa, che ha riferito di un misterioso avvocato del Sud Italia coinvolto nel rapimento e in contatto con la madre della donna. Proprio la madre è finita a sua volta iscritta nel registro degli indagati per false informazioni ai magistrati, poiché avrebbe nascosto ai pm contatti e informazioni nel tentativo di liberare la figlia fuori dai canali giudiziari ufficiali.
Secondo il racconto dell’amica, l’avvocato avrebbe contattato la madre di Denisa sostenendo che la giovane fosse viva ma ferita, nelle mani di un gruppo di romeni – clienti assistiti dal legale – che gestirebbero un giro di prostituzione a Roma. L’uomo si sarebbe offerto di liberarla in cambio di assistenza legale gratuita al gruppo, ipotesi che la madre avrebbe creduto a tal punto da non rivelare tutto agli investigatori.
Le indagini si concentrano anche su due telefonate effettuate dai cellulari di Denisa nella notte della scomparsa, tre ore dopo l’ultimo contatto con la madre. Le celle telefoniche hanno agganciato i suoi telefoni in luoghi lontani dal residence, prima che venissero spenti o persi i contatti, alimentando l’ipotesi che la ragazza sia stata rapita e portata fuori dalla Toscana, forse anche all’estero.
Una testimonianza raccolta da una barista vicino al residence ha inoltre riferito di aver udito Denisa parlare in romeno con tono agitato, pronunciare una frase inquietante: «Se vado da lui o mi vede mi ammazza». Chi sia questo “lui” non è chiaro, ma potrebbe essere l’avvocato o un altro soggetto legato alla vicenda.
In un primo momento le indagini avevano preso in considerazione la pista di un cliente molesto, ma l’uomo è stato scagionato grazie a un alibi confermato. Ora gli inquirenti mantengono riserbo e cautela, mentre cercano di ricostruire i contatti più stretti della giovane e verificare possibili collegamenti con bande dedite allo sfruttamento della prostituzione, nelle quali Denisa potrebbe essere finita contro la sua volontà.
L’ultimo contatto tra Denisa e la madre risale alle 23:30 del 15 maggio. Da quel momento la giovane è sparita nel nulla, lasciando dietro di sé solo la Fiat 500 rossa parcheggiata e alcuni effetti personali nel residence. Le indagini proseguono sotto la direzione del procuratore Luca Tescaroli, con l’estrazione del Dna e delle impronte digitali da oggetti personali di Denisa per eventuali comparazioni future.