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SIENA – Il presunto esposto, con conseguente smentita, è solo l’ultimo atto della partita tra Mps e Mediobanca.

Piazzetta Cuccia ha negato di avere presentato un’istanza alla procura di Milano sull’ipotesi di azione “in concerto” tra Caltagirone e Delfin sull’offerta di Rocca Salimbeni nei confronti della banca d’investimento.

Schermaglie che accendono i giorni di vigilia dell’assemblea di Mediobanca, prevista per lunedì 16 giugno. In quella sede gli azionisti saranno chiamati a esprimersi sull’offerta a Banca Generali in cambio del pacchetto di maggioranza azionaria (pari al 13%) del colosso assicurativo. La mossa del ceo Alberto Nagel per provare a liberarsi dalle grinfie dell’istituto senese. Lui stesso l’ha sempre considerata un’azione alternativa a Mps, evitando però di definirla “difensiva”.

Dal canto suo l’ad senese Luigi Lovaglio ha escluso che ci sia un bivio per gli investitori. L’affluenza si annuncia alta e c’è da capire come si comporteranno quelli che ancora si devono esprimere. Caltagirone con il suo 10% di piazzetta Cuccia è già sicuro del no. Meno certezze ci sono su Mediolanum, Delfin, che ha circa il 20% di azioni, e i fondi istituzionali. Poi ci sono i Benetton. Altri fondi d’investimento hanno già fatto sapere che voteranno a votare. Nagel ha dalla sua il parere di proxy Iss, che vedono una maggiore complementarietà tra Mediobanca e Banca Generali, di quanta ce ne sia con Mps. Se arrivasse il parere favorevole (l’obiettivo è il 50% + 1), piazzetta Cuccia si libererebbe del vero oggetto del desiderio di molti soggetti privati: il controllo di Generali, sparigliando le carte.

Non è da sottovalutare poi il ruolo del Tesoro, più giocatore che arbitro. E’ noto che la nascita di un terzo polo bancario sia un pallino del governo e con in pancia l’11,7% di Mps, veder fallire l’operazione non sarebbe cosa gradita. Se dovesse essere così, Montepaschi si muoverà da luglio per capire le adesioni, ci potrebbe essere sempre la carta Bpm.

Non è un caso che il Mef si sia messo di pezzo all’offerta presentata da Unicredit, sventolando il golden power. Sono in buona compagnia, perchè il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha bollato come “ostile” l’assalto dello stesso istituto di piazza Gae Aulenti alla maggioranza azionaria di Commerzbank. Tutto il mondo è paese.

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