FIRENZE – Dal deserto di Tindouf, in Algeria, sono tornati in Toscana i giovani ambasciatori di pace del popolo Saharawi, protagonisti di un programma di solidarietà promosso dalla Rete Italiana di solidarietà con il popolo Saharawi.
Da decenni, questa rete sostiene in Italia l’autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale attraverso iniziative culturali e di accoglienza.
Questa mattina, 25 di questi bambini e ragazzi hanno visitato Palazzo Strozzi Sacrati, dove è allestita una mostra fotografica dell’associazione “Città Visibili aps”. L’esposizione racconta la storia del popolo Saharawi, costretto all’esilio da oltre 50 anni, ispirandosi alle “Prigioni” di Michelangelo, simbolo di libertà e autodeterminazione.
La delegazione era accompagnata da Abdellahi Bucheiba, rappresentante in Toscana del Fronte Polisario, il movimento politico che lotta per l’indipendenza del Sahara Occidentale, insieme a un gruppo di amministratori locali e volontari della rete di solidarietà, tra cui il sindaco di Pontassieve Carlo Boni e rappresentanti delle associazioni Hurria, Selma 2.0 e Saharawi Insieme.
Ad accogliere i giovani ospiti nella sede della presidenza della giunta regionale, il presidente Eugenio Giani e le assessore Alessandra Nardini e Serena Spinelli.
«La Toscana – ha dichiarato il presidente Giani – ha sempre riconosciuto il popolo Saharawi come uno dei grandi popoli del mondo. Tra noi si è instaurato un rapporto profondo e sincero. Per noi i Saharawi rappresentano una grande nazione amica dell’Italia e ci sentiamo parte di un mondo che desidera la pace».
L’assessora Spinelli ha ricordato la sua recente missione nei campi profughi, dove ha potuto conoscere da vicino la vita quotidiana del popolo Saharawi e incontrare i vertici del governo, «caratterizzato da una forte rappresentanza femminile». «Sono stati quattro giorni intensi e ricchi di dignità – ha aggiunto – e ringrazio tutte le amministrazioni e associazioni toscane che partecipano al progetto di accoglienza, espressione di una Regione che offre un’accoglienza d’amore».
L’assessora Nardini ha sottolineato come la Toscana, «per storia, cultura e identità», sia una terra di pace e diritti, e come il legame con il popolo Saharawi sia un solido patto di amicizia basato sul sostegno all’autodeterminazione. «Parlare oggi di pace e autodeterminazione – ha detto – significa anche riflettere sulle guerre che ancora insanguinano il mondo. È importante ricordare la solidarietà anche al popolo palestinese, a cui siamo vicini, così come a tutti coloro che vedono calpestati i propri diritti». L’assessora ha concluso ricordando Giorgio Savini, volontario dell’associazione Hurria scomparso recentemente, e ringraziando tutti coloro che si sono impegnati nei progetti di accoglienza.
In queste settimane, sono 35 i bambini Saharawi ospitati nei comuni di Castelfiorentino, Pontassieve e Sesto Fiorentino. Complessivamente, in Italia sono arrivati 116 giovani Saharawi, accolti in sette regioni, nell’ambito di un programma di solidarietà che continua a rafforzare i legami di amicizia e sostegno tra il popolo Saharawi e l’Italia.