«La crisi di Siena potrebbe essere la carta vincente nella partita per la Capitale Europea della cultura 2019». A esserne certo Pier Luigi Sacco, direttore della candidatura senese. Il verdetto arriverà presumibilmente nell’autunno del 2014. A breve sarà pubblicato il bando per la partecipazione alla candidatura e da quel momento ci saranno 10 mesi di tempo per la presentazione di un dossier e di un progetto che dovranno convincere la commissione giudicatrice fatta di esperti internazionali. E’ indiscutibile che Siena sia partita molto in ritardo rispetto ad altre possibili candidate «ma non dobbiamo avere paura – sottolinea Sacco – il tempo a disposizione c’è e questo autunno inizia una fase cruciale». Quattro le direttrici sulle quali si muoverà il lavoro immediato del gruppo di lavoro e dei comitati costituiti. «Le iniziative dovranno produrre impatto economico e sociale significativo – spiega ancora Sacco -, coinvolgere la popolazione, aumentare la visibilità e l’autorevolezza sia in Italia che all’estero. Iniziative che interesseranno tutto il tessuto sociale del territorio provinciale. A tale proposito abbiamo già avviato un confronto serrato con le contrade che sono il modello di struttura sociale invidiabile e spero ripercorribile. Le scuole poi, di ogni ordine e grado nelle quali stiamo organizzando già da adesso degli incontri avranno un ruolo preponderante per il semplice fatto che ci relazioneremo con quelli che nel 2019 saranno i cittadini e il motore di idee e sviluppo del territorio».
 
L’industria creativa punto di forza A proposito di idee e sviluppo in una Siena che sta vivendo un periodo di crisi anche dal punto di vista culturale, con il caso Santa Maria della Scala su tutti, il professor Sacco sembra avere le idee chiare: «Ben prima del 2019 bisogna riattivare il tessuto imprenditoriale attraverso l’industria creativa. Sul Santa Maria della Scala siamo consapevoli delle difficoltà attuali, è stato questo un argomento di cui abbiamo parlato anche con il Commissario Enrico Laudanna, ma resta la convinzione che proprio il Santa Maria rivestirà un ruolo fondamentale in questo percorso nel segno della sua storia che lo ha portato da antico Spedale a polo museale. La campagna di denigrazione che è stata fatta anche sui media nazionali del settore culturale senese è stata per paradosso un ottimo biglietto da visita per la candidatura e per la sua valenza all’estero come progetto di rilancio».
 
Il nodo risorse Ma come è noto la crisi a Siena non è solo culturale, attraversa i conti del Comune, investe la politica e affonda anche nella banca che per questo territorio è stata da sempre punto di riferimento in termini di risorse economiche. Ma neanche questo sembra spaventare Pier Luigi Sacco: «Le difficoltà nascondono un’opportunità. La mancanza di una guida politica dopo il commissariamento del Comune ci ha temprato e l’auspicio è che questa candidatura non dividesse ma unisse le forze politiche. So bene che questa città vive di conflittualità e spesso in questa trova energie ma il progetto per la capitale europea della cultura dovrà essere un punto comune. Sul fronte delle risorse economiche Siena sta imparando inevitabilmente ad attrarre investimenti da fuori e non avere mai avuto bisogno  di farlo prima effettivamente è stato un piccolo problema. Noi stiamo lavorando a degli accordi con partner commerciali di caratura internazionale posso dire che siamo a buon punto»
 
Gli alleati Oltre ai partners commerciali sono stati avviati contatti anche con quelli istituzionali. Su tutti quelli con l’università di Harvard che sarebbe ben entusiasta, su espressa richiesta, di far parte del Comitato di Sostenitori del progetto. Non mancano poi rapporti diretti con altre città e territori già vincitori della sfida capitale europea negli anni passati: Lille, Vilnius e la Ruhr.
 
Siena-Grosseto capitale europea A non far paura a Pier Luigi Sacco neanche la Spending Review. Ma cosa succederebbe della candidatura nell’ipotesi, sempre più certa, che la provincia di Siena venga accorpata a quella di Grosseto? Si arriverebbe a Siena e Grosseto capitali europee della cultura? «Avremmo a disposizione un ambito territoriale più ampio – sottolinea il direttore di candidatura -. Non credo che sarebbe oltremodo penalizzante, anzi, potrebbe essere un’opportunità. Alla fine – chiosa con un sorriso – si tornerebbe al territorio della vecchia Repubblica di Siena»
 
La presentazione ufficiale Nell’agenda di Pier Luigi Sacco ci sono diversi appuntamenti, più o meno immediati. Si valla dalla presentazione del logo ufficiale della candidatura che avverrà a breve agli incontri e alle visite negli altri comuni della provincia di Siena per arrivare ad un censimento e a una mappatura dei luoghi disponibili per portare avanti il progetto. Ma l’evento più atteso è senza dubbio la presentazione ufficiale del progetto stesso alla cittadinanza che dovrebbe avvenire agli inizi del 2013.
 
Purghe digeribili E se la candidatura dovesse essere bocciata? «Speriamo in una cena della vittoria – conclude Sacco – e non in una purga, anche se nulla vieta di portare comunque a termine i progetti culturali e il lavoro che saranno fatti in questi mesi».

Articolo precedenteLaudanna atto secondo, casse comunali ok ma arriva la stangata Imu
Articolo successivoAssemblea Banca Mps, la Fondazione voterà a favore tutto l’odg