ospedale_san_giuseppe_empoliIl Consiglio regionale della Toscana oggi ha approvato, all’unanimità, la mozione presentata dal vicepresidente dell’assemblea, Marco Stella (Forza Italia), che chiedeva la gratuità dei parcheggi in quegli ospedali della Toscana che ancora fanno pagare la sosta ai mezzi privati. L’atto impegna la Giunta ad attivarsi presso le direzioni degli ospedali, i Comuni e i gestori, per valutare l’introduzione della prima ora gratuita per i parcheggi utilizzati da visitatori e pazienti delle strutture ospedaliere. Si chiede inoltre impegno per valutare forme di agevolazioni di pagamento per le soste prolungate nel tempo, e affinché si prendano provvedimenti seri e risolutivi per debellare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi.

«La nostra mozione  – ricorda Stella – prevedeva la gratuità totale. Il Pd ha chiesto che venisse inserita la gratuità solo per la prima ora di parcheggio e, pur non essendo soddisfatti per questa riduzione, abbiamo preferito che venisse approvata una mozione emendata». Da uno studio fatto dallo stesso consiglier regionale, in Toscana risulta un quadro variegato, con Comuni che non fanno pagare nulla e altri che fanno pagare tariffe salate; le più care a Pescia, ma anche a Firenze dove il parcheggio del Meyer, a fronte di spese di gestione minime, incassa 571 mila euro l’anno. Nella città capoluogo, nei quattro ospedali in cui la sosta non è gratuita (Nuovo San Giovanni di Dio, S.M. Annunziata, Meyer e Cto), i 1.931 posti frutterebbero 1.475.435 euro annui (ogni posto vale 764 euro/anno). Se il conteggio dovesse comprendere anche gli altri ospedali toscani, continua lo studio di Stella, si arriverebbe alla cifra di 6.705.628 euro all’anno. «Soldi incassati sulla pelle della gente. Questa è una vera e propria tassa sulla salute, inaccettabile. Per questo – conclude Stella – la nostra battaglia per arrivare alla gratuità totale proseguirà».

Marco Stella FB ok
Marco Stella sul suo profilo Fb

Nicola Ciolini (Pd) ha illustrato l’emendamento proposto dal Pd, facendo presente che esistono una gran varietà di situazioni che vanno affrontate singolarmente e che «comunque far quadrare la parte economica non è banale», mentre Paolo Sarti (Sì – Toscana a Sinistra) ha sottolineato «che ci sono già molti modi attraverso cui si paga la sanità, non ha senso lucrare sulla sofferenza. Il parcheggio è un pezzo dell’ospedale e deve essere liberamente accessibile». Marco Niccolai (Pd) ha ricordato che «a Pescia è stata l’amministrazione comunale di centrodestra a stipulare una convenzione con un privato per il parcheggio a pagamento, nel 2011». E Manuel Vescovi (Lega nord) ha ribadito che «i parcheggi ospedalieri devono essere gratis e questa mozione rappresenta solo un primo mattone».
Andrea Quartini (M5S) ha detto che «è un segnale di ipocrisia affermare che con un’ora gratuita si dia un segnale significativo, perché chi ha bisogno si ferma certo più di un’ora in ospedale». Giovanni Donzelli (FdI), dopo aver ricordato di  portare avanti questa battaglia da anni, ha precisato «di non condividere l’emendamento» pur riconoscendone la necessità per non far respingere la mozione.
Per Stefano Mugnai (FI) “è una questione di coscienza: stanno tassando sistematicamente la sofferenza. Prima ci sono le tasse, poi ci sono i ticket, poi c’è la necessità di rivolgersi ai servizi intramoenia per vedersi garantita una visita, infine anche i parcheggi”.
Elisa Montemagni (Lega nord) ha sottolineato di non votare l’emendamento, ma di votare comunque l’atto, “perché chi ha bisogno non sta certo solo un’ora in ospedale e chi sta male ha diritto di curarsi”. Secondo Stefano Scaramelli (Pd) “così diamo un segnale politico importante, partiamo dal presupposto giusto che non si specula sul dolore e diamo il modo di affrontare la difformità di situazioni esistenti in Toscana”. Scaramelli ha proposto un lavoro, anche attraverso la commissione Sanità, per monitorare e dare risalto a chi si adegua alle direttive. Marco Casucci (Lega nord), infine, ha annunciato di non votare l’emendamento perché “non far pagare per entrare in ospedale è un segno di civiltà”.

 

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