38-presidio-lavoratori-00Sit in sindacale, oggi,i davanti alla sede della Ragioneria Territoriale di Stato di Firenze, per Cgil, Cisl e Uil: obiettivo, protestare contro il mancato pagamento del Fondo di produttività e per il continuo taglio delle risorse destinate ai lavoratori del Mibact. La principale richiesta dei dipendenti del Micbact, infatti, è quella di vedersi corrisposto il salario accessorio per le prestazioni straordinarie e i premi raggiunti ormai nel 2013. «I soldi tardano ad arrivare ormai da un anno – spiega  Giuliana Guidoni, segretario territoriale Cisl funzione pubblica -. Colpa delle eccessive verifiche cui vengono sottoposte queste voci di spesa interne ai ministeri da parte del dicastero dell’Economia.  Ma non è finita qui: dopo l’incontro di ieri con il ministro Dario Franceschini, nulla si è mosso sul fronte del taglio orizzontale al Fondo Unico di Amministrazione, con cui ogni ministero ripartisce alcune risorse recuperate per pagare le prestazioni dei dipendenti». Prestazioni che al Mibact significano, tendenzialmente, aperture dei musei.

I lavoratori minacciano la chiusura dei musei Da qui la preoccupazione di Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa. «Se negli ultimi 15 anni il flusso di visitatori è aumentato, facendo crescere gli introiti per le casse dello Stato – ha aggiunto Guidoni – è merito anche degli accordi che abbiamo sottoscritto e che hanno permesso di tenere aperti i siti culturali in gestione statale per 11 ore al giorno e 362 giorni all’anno. Eppure, nonostante i dati attestino un aumento della produttività e degli introiti per lo Stato, con picchi soprattutto nelle città d’arte toscane, il Ministero dell’Economia non fa che ritardare il pagamento ai lavoratori delle prestazioni svolte». Per questo i lavoratori hanno minacciato la chiusura dei musei nel caso non venisse confermato il Fondo Unico di Amministrazione e soprattutto se non dovesse venire pagato al più preso il salario accessorio.  Ma le proteste, anche delle decine di lavoratori presenti oggi a Firenze, non si fermano qui.

Il nodo assunzioni Resta poi il nodo assunzioni: il ministero sembra deciso a riassorbire i dipendenti delle province e a sfruttare la società esterna Ales come bacino di riserva. Tutto questo a discapito degli interni, giovani, stagisti e collaboratori che , dicono i sindacati, aspirano ad avere una prospettiva e un’occupazione stabile. Al termine del sit-in esponenti sindacali hanno chiesto all’interno della Ragioneria territoriale di Stato di Firenze un incontro con rappresentanti del Mibact per avere risposte sulle richieste avanzate e soprattutto rassicurazioni sui termini di pagamento delle spettanze a loro dovute.

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